Studenti poco brillanti, ma affatto bulli. Fumatori precoci ma relativamente morigerati nel bere. Oggettivamente più poveri ma poco coscienti di esserlo, e soddisfatti dei rapporti con genitori e coetanei. È il ritratto dei giovanissimi che esce dal rapporto UNICEF 2013 sulla povertà nei paesi ricchi,
L’Italia compare al 22° posto (su 29 Stati) nella graduatoria complessiva del benessere dell’infanzia nei Paesi ricchi, stilata dal Centro di Ricerca IRC dell’UNICEF nell’ambito del rapporto “Report Card 11 – Il benessere dei bambini nei paesi ricchi. Un quadro comparativo”.
Prima dell’Italia si collocano Spagna, Ungheria e Polonia, subito dopo di noi troviamo Estonia, Slovacchia e Grecia.Una posizione che non possiamo considerare onorevole per un Paese come il nostro, che fa parte del G8 e ambisce ad essere una potenza industriale di rango continentale e globale.
Scomponendo i dati relativi alle cinque dimensioni del benessere misurate dal rapporto, vediamo che l’Italia si posiziona quasi sempre nella metà inferiore della graduatoria relativa:
Benessere materiale: 23° posto su 29
Salute e sicurezza: 17° posto
Istruzione: 25° posto
Comportamenti e rischi: 10° posto
Condizioni abitative e ambientali: 21° posto
Insieme ad altri Paesi dell’Europa meridionale – Portogallo, Grecia e Spagna – l’Italia si trova nella terza fascia (la più bassa) della classifica sulla povertà infantile relativa, con il 17% dei bambini italiani che vivono sotto la soglia di povertà.
Nello specifico, in Italia i bambini poveri sono sotto la soglia di povertà di ben il 31%, conferendo così al nostro Paese uno dei più ampi divari nella povertà infantile tra i Paesi industrializzati.
Le performance dell’Italia…
L’Italia risulta il paese con il tasso “NEET” (Not in Education, Employment or Training) più elevato tra tutti i Paesi industrializzati, dopo la Spagna. L’11% dei nostri giovani tra 15 e 19 anni non sono iscritti a scuola, non lavorano e non frequentano corsi di formazione.
In positivo la riduzione nel fenomeno del bullismo (-60% dall’inizio degli anni 2000 a oggi), tanto che il nostro è il Paese industrializzato che registra il minor tasso di bambini che dichiarano di avere subito atti di bullismo (11%).
Da registrare anche il record negativo per quanto riguarda la percentuale di minori che svolgono quotidianamente esercizio fisico (meno di 1 su 10).
L’Italia è al quartultimo posto per le gravidanze in età adolescenziale, essendosi ridotto il tasso di fertilità tra le adolescenti di un terzo nel corso degli anni 2000.
I giovanissimi italiani risultano sobri nel bere (4° tasso più basso nell’abuso di alcolici), ma fumano molto (22° posto per il tasso di fumo tra gli adolescenti).
Da rilevare anche il più basso tasso di mortalità infantile in Europa meridionale (9° posto nella graduatoria complessiva).
In Italia i bambini sono esposti a uno dei livelli più elevati di inquinamento atmosferico tra tutti i Paesi industrializzati (26° posto).
Gli studenti italiani sono al 24° posto su 29 per il rendimentoscolastico (test PISA: letteratura, matematica e scienze), nonostante il miglioramento (+ 10%) rispetto al 2000.
Confermate dall’indagine UNICEF l’eccellenza della nostra scuola per l’infanzia con il 6° tasso più alto di iscrizione prescolare, alla pari con la Norvegia, e le difficoltà nell’istruzione superiore (dove siamo solo al 22° posto per tasso di iscrizione alle secondarie superiori).
..e le opinioni dei ragazzi
Quando però sono i bambini stessi a valutare la propria qualità di vita, l’Italia risale “magicamente” dal 22° al 15° posto.
Nel primo decennio 2000 l’Italia ha dimezzato – portandolo al 13% – il tasso di bambini che dichiara di vivere in famiglie con ricchezza limitata: 20° posto nella graduatoria complessiva.
Si classifica al 20° posto anche nell’auto-valutazione dei bambini rispetto ai propri rapporti con genitori e compagni di scuola.
Il 68,5% del campione ritiene che i compagni di classe siano gentili e disponibili (14 ° posto su 29 Stati), mentre il 79,7% non ha difficoltà a parlare con la madre (21° posto) e il 59,9% con il padre (25° posto).
http://www.unicef.it/doc/4688/report-card-11-dati-italia.htm