Apprendimento attivo
Procuratevi modelli di carte d’identità da compilare o altro simile e distribuitele ai ragazzi. Dite loro che dovranno completare la loro carta d’identità ma considerando, nel farlo, le domande seguenti.
Chi sei?
Che cosa vuoi che gli altri riconoscano in te?
Se tu potessi essere investito di un titolo onorifico o altro, che cosa sceglieresti?
In chi vuoi essere identificato? O come vuoi essere identificato? Perché?
Quando l’attività è stata svolta, potete commentare tutti insieme per mezzo delle domande seguenti:
È stato facile o difficile costruire la vostra identità?
In che modo ti identifichi? Perché?
Hai completato la tua carta d’identità basandoti su quello che pensi di te stesso o di quello
che gli altri ti riconoscono?
In che modo potremmo riuscire a completare una nostra carta d’identità a prescindere da quello che crediamo che gli altri pensino di noi?
Versetti o storie bibliche
Abbiamo un’identità separata dal mondo che ci circonda:
Giovanni 15:18-20 TILC
“Se il mondo vi odia, pensate che prima di voi ha odiato me. Se voi apparteneste al mondo, il mondo vi amerebbe come suoi. Invece voi non appartenete al mondo, perché io vi ho scelti e vi ho strappati al potere del mondo. Perciò il mondo vi odia. Ricordate quel che vi ho detto: un servo non è più importante del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno messo in pratica la mia parola, metteranno in pratica anche la vostra”.
Giovanni 17:16 TILC
“Essi non appartengono al mondo, come io non appartengo al mondo”.
Filippesi 2:14-16 TILC
“Fate ogni cosa senza lamentarvi e senza tante discussioni. Sarete così autentici figli di Dio e vivrete senza colpa e con semplicità in un mondo di uomini perversi e malvagi. In mezzo a loro risplendete come stelle nel cielo, e tenete alta la parola che dà vita. Quando Cristo verrà, potrò allora essere fiero di non essermi stancato e affaticato inutilmente”.
Riflessione
Durante una conferenza biblica a cui assistetti mentre frequentavo le scuole superiori, ci dissero di rispondere da soli alla domanda: “Chi sono io?”. Tuttavia ci sfidarono a dare la risposta escludendo le cose che utilizzavamo normalmente per definirci. Decisi di provarci e tentai di rimuovere quelle etichette che mi contraddistinguevano: “musicista”, “tipo atletico”, “tipo interessante”, “studentessa”, ecc. Nel fare questa eliminazione, a ogni titolo che cancellavo me ne venivano in mente altri da escludere: “sorella”, “figlia”, “amica”, ecc.
Solo quando andai all’università e divenni una studentessa missionaria in Ecuador, ebbi il mio primo assaggio di essere me stessa senza tutti questi “extra”. In quell’esperienza, in una nuova cultura, fui spogliata di tutto quello che ero e che sapevo. SPAVENTATA. Non c’era nessuna squadra di basket (o al meno del tipo di basket a cui ero abituata). La mia abilità al pianoforte non serviva. Non ero né figlia né sorella di nessuno. Siccome avevo difficoltà a comunicare anche le cose più semplici che persino una bambina di cinque anni riusciva a dire (barriera del linguaggio), non mi sentivo nemmeno tanto intelligente. La barriera linguistica contribuì a dare di me l’immagine di una persona fredda e poco comunicativa (giusto il contrario di come io mi vedevo: amichevole ed estroversa).
In cambio mi furono affibbiate nuove etichette come “gringa”, “flaca” (magra), “Lorenza” (pazza), “fria” (fredda). Non erano etichette a cui ero abituata. E così ebbi una piccolo crisi d’identità. Mi sentivo smarrita. Chi ero? Queste persone non sapevano quello che avevo realizzato in passato, e non se ne preoccupavano neppure. Si preoccupavano solo di quello che io ero adesso per loro; e, del resto, come biasimarli? Le altre mie identità non si applicavano a loro. Mi ricordai di quella conferenza biblica: “Chi sono io?”.
Per la cronaca, io HO AMATO la mia esperienza come studentessa missionaria. Quando la barriera linguistica è caduta e sono riuscita a sviluppare delle amicizie, ho cominciato a riconoscere pezzi di me stessa (e ho anche capito che molte delle etichette che mi erano state affibbiate, erano solo bonarie prese in giro da parte di una popolazione che ama lo scherzo). Ma sorvoliamo.
Il succo del discorso è che ho imparato a come rispondere a questa domanda: Chi sono? Non importa dove io vada, quello che mi accada. C’è una cosa che non cambierà: sono figlia di Dio. Sono la somma di tutte le mie esperienze, e questo è vero. Tuttavia, le memorie acquisite e le lezioni apprese possono ancora crescere. L’unico denominatore comune attraverso ogni esperienza nella vita è la scelta di essere il Lui.
Vedete come ci ha voluto bene il Padre! Egli ci ha chiamati a essere suoi figli. E noi lo siamo davvero. Perciò il mondo
non ci capisce. il mondo non ha capito neppure Gesù! (1 Giovanni 3:1 TILC).
E io sono questo, una figlia di Dio. Non ho una crisi d’identità su questo punto, perché so che potrò applicare a me stessa questa etichetta in ogni occasione: sempre.
Domande… scottanti
Intervista qualcuno che pensi conosca bene se stesso e che abbia un’idea chiara della propria identità.
Che consiglio daresti a qualcuno per aiutarlo a sviluppare la propria identità personale?
Perché sviluppare solidamente la propria identità è tanto importante?
Conosci qualcuno che ti pare abbia una forte idea della propria identità? Che cosa ammiri di questa persona? Che cosa si può imparare da quella persona?
In che momento hai avuto la percezione di avere sviluppato la tua identità personale?
La tua identità è cambiata nel corso degli anni? In meglio o in peggio?
Illustrazioni
Intervista qualcuno che pensi conosca bene se stesso e che abbia un’idea chiara della propria identità.
Che consiglio daresti a qualcuno per aiutarlo a sviluppare la propria identità personale?
Perché sviluppare solidamente la propria identità è tanto importante?
Conosci qualcuno che ti pare abbia una forte idea della propria identità? Che cosa ammiri di questa persona? Che cosa si può imparare da quella persona?
In che momento hai avuto la percezione di avere sviluppato la tua identità personale?
La tua identità è cambiata nel corso degli anni? In meglio o in peggio?
Metti in scena
Vedere anche: Autostima
L1 Narratore
L2 Narratore
L3 Gesù
L4 Filippo
L5 Natanaele
L1 Il Giorno seguente
L2 Gesù decise di andare in Galilea.
L1 Trovò Filippo e gli disse:
L3 “Seguimi”.
L4 Cammina con me.
L2 Ascoltami.
L5 Impara da me.
L2 Ora Filippo era di Betsaida,
L1 la città di Andrea e di Pietro.
L2 Filippo trovò Natanaele e gli disse:
L4 “Abbiamo trovato colui di cui parlano Mosè nella Legge e anche i profeti: Gesù di Nazaret, figlio di Giuseppe”.
L1 Natanaele gli disse:
L5 “Può forse venire qualcosa di buono da Nazaret?”.
L2 Filippo gli rispose:
L4 “Vieni e vedi”.
L5 Vedi coi tuoi occhi.
L3 Accertati tu stesso.
L5 Vedere è credere.
L1 Gesù vide Natanaele dirigersi verso di lui
L2 e disse di lui:
TUTTI “Ecco!”.
L5 Sta arrivando…
L4 Che cosa vuoi dire?
L5 Ogni volta che la Bibbia dice: “Ecco”, sta per succedere qualcosa di straordinario.
L2 E allora diciamolo insieme:
TUTTI Ecco!
L5 Una parola potente,
L4 Che cattura la tua attenzione
L1 è un grido…
L2 che ci avvisa che qualcosa di importante sta per essere rivelato.
TUTTI Ecco:
L5 Questa parola ricorre 1103 volte in tutta la Bibbia.
L1 Quandoo Gesù vide Natanaele, disse…
L3 “Ecco un vero israelita in cui non c’è frode!”
L2 Natanaele gli rispose:
L5 “Da che cosa mi conosci?”.
L1 Gesù gli rispose:
L3 “Prima che Filippo ti chiamasse, quando eri sotto il fico, io ti ho visto”.
L1 Davide ha detto
L2 “O Signore,
L5 tu hai esaminato il mio cuore
L4 e sai tutto di me.
L3 tu sai quando mi siedo
L1 e quando mi alzo.
L2 Tu mi scruti quando cammino e quando riposo.
L3 Conosci a fondo le mie vie”.
L1 Tu conosci tutto di me, pienamente.
L3 Tutto?
TUTTI Tutto?
L5 Sai quello che sto per dire
L4 anche prima che io lo dica, Signore.
L3 Beh, almeno Dio sa quello che sto per dire:
TUTTI Amen
L1 Il fatto è che
L2 Egli ci conosce
L3 Egli ci vede
L4 Egli ci ama.
L1 Davide ha detto:
L5 “Oh, quanto preziosi mi sono i tuoi pensieri, oh Dio!”.
L3 Sei sicuro?
L5 Assolutamente. Perché me lo chiedi?
L3 Se Dio pensa a me, allora mi ama!
L1 Forse egli vede
L1 il meglio di te,
L4 la tua lealtà:
L5 ti vede meglio di quanto tu non veda te stesso.
L3 E’ straordinario!
L2 Natanaele sarebbe d’accordo.
L1 Natanaele gli rispose:
L5 “Rabbi, tu sei il Figlio di Dio! Sei il Re d’Israele!”.
L3 “Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, tu credi? Tu vedrai cose maggiori di queste… Vedrai il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo”.
L2 Caro Gesù,
L3 Apri gli occhi del mio cuore
L1 In modo che io possa sentire la speranza nella tua chiamata:
L5 l’incarico speciale che hai per me.
TUTTI Seguici
L4 Vieni e vedi
Domande per piccoli gruppi
Come pensi che gli altri ti definirebbero?
Come descriveresti te stesso?
Per descriverti, hai menzionato attività particolari che svolgi, il tuo look, le tue amicizie?
Come ti descriveresti se fossi in un posto in cui le solite attività, le tue capacità abituali e il tuo stile non fossero utilizzabili o non funzionassero?
Ti senti a tuo agio con te stesso?
Che cosa vorresti cambiare nella tua identità?
Che cosa fa di una persona quello che è? Da dove viene la nostra identità?
In che modo il fatto di essere un figlio di Dio contribuisce a definirti?
Che cosa dice questo di te?
Il fatto di essere un figlio di Dio, come ti descrive intimamente? E come descrive l’immagine esterna che dai?
Altri hanno detto
“Nel mondo a venire non mi sarà chiesto: ‘Perchè non sei stato Mosè?’, ma: ‘Perchè non sei stato Zusya?’” (Reb Zusya, rabbi del XIX secolo).