Jesi – Sabato del bambino

Sara Civerchia – Il 25 maggio scorso, nella chiesa avventista di Jesi, abbiamo organizzato il Sabato del bambino. I più giovani della nostra comunità hanno gestito interamente il servizio di culto del mattino. Nel pomeriggio abbiamo organizzato alcuni giochi tutti insieme. “So chi ha creato il mondo e… so che era innamorato” è stato il titolo del programma.

La mattinata è iniziata con un coro “hand mime” (mimo con le mani) sulle note del canto “You raise me up” (Mi rialzerai). Bambini e ragazzi tra i 7 e i 13 anni hanno indossato dei guanti bianchi e hanno dato forma ad alcune figure unendo le loro mani. Nella sala buia, una lampada a luce scura metteva in evidenza i guanti. La preparazione di questa parte è stata abbastanza lunga e difficile, e ha richiesto molto impegno e pazienza sia da parte dei ragazzi sia delle animatrici. Ma ne è valsa la pena perché si è creata un’atmosfera unica. I ragazzi sono stati bravissimi e l’assemblea è rimasta meravigliata.

  

Poi, i bambini hanno proposto una breve rappresentazione scenica, seguita dalla riflessione spirituale a cura della responsabile locale dei Ministeri in favore dei Bambini. Ognuno di noi, soprattutto i piccoli, è speciale per il Signore proprio perché siamo le sue amate creature. È piaciuta molto l’immagine di un Dio che, mentre ci crea, è innamorato e, per questo motivo, siamo così preziosi ai suoi occhi.

Dio ci ha creato e ci ha donato dei talenti. La nostra bravura, come animatrici e genitori, e anche come chiesa, risiede nel saper tirar fuori il talento che è in ciascun bambino, in modo che possa svilupparlo, imparare ad amare Dio e continuare il lavoro iniziato da chi ora è anziano. Uno dei presupposti affinché ciò avvenga è che la chiesa non si isoli dal “mondo” che la circonda, ma prenda tutto ciò che di buono ha da dare. Così potremo essere chiesa viva, alimentata dall’entusiasmo dei giovani che la compongono.
La frase conclusiva della riflessione sabatica è stata presa da una citazione di Plutarco: “I ragazzi non sono vasi da riempire ma fuochi da accendere”. Vorrei che questo pensiero promuova la riflessione nelle nostre chiese.

 

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Autore dell'articolo: Stefania Tramutola