07 – Sabato 16 maggio 2015

La ricerca di Helio

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Ciao ragazzi, voglio raccontarvi la mia storia ma prima vi devo spiegare una cosa. Sapete? Circa 100 anni fa molti giapponesi si trasferirono in America del sud in cerca di lavoro e di una vita migliore. Rimasero in America e nel corso degli anni molti altri giapponesi li raggiunsero. Oggi in America vi sono molti incroci di razze proprio per questo motivo: giapponesi-brasiliani, giapponesi-ecuadoregni, ecc.
Ma sapete che cosa sta accadendo attualmente? I figli di questi immigrati stanno tornando a vivere dall’America in Giappone, la terra dei loro avi; io sono proprio uno di questi numerosi sudamericani immigrati di recente in Giappone. Ed ecco la mia storia!
Mio padre fece un lungo viaggio dal Giappone verso il Brasile, in cerca di una vita migliore. Era di religione buddista. Mia madre, poi, aveva antenati giapponesi, ma era nata in Brasile da genitori cattolici.
Potete immaginare: la casa in cui sono cresciuto era un misto di buddismo e di cristianesimo. Avevo 14 anni quando mio padre si ammalò gravemente di tubercolosi. Voleva disperatamente continuare a vivere e pregava ogni giorno ma, purtroppo, morì.
Mio padre era orologiaio e, dopo la sua morte, toccò a me occuparmi del negozio; fu molto duro perdere un padre e diventare all’improvviso il capofamiglia che doveva provvedere al sostentamento dei suoi cari. Iniziai a leggere la Bibbia e trovai un testo che mi sembrò importantissimo. Si trova in Giovanni 14:6 e dice: «Io sono la via, la verità e la vita e nessuno viene al Padre se non per mezzo di me». Riflettevo continuamente su questo versetto.
Lavoravo moltissimo ed ero molto stanco, ma dovevo guadagnare a sufficienza per poter mantenere la famiglia. Tutto questo andò avanti per 12 anni e poi un giorno decisi di trasferirmi in Giappone, in cerca di una vita migliore. Fu un’illusione perché in realtà tutto divenne più difficile e io mi ammalai. Soffrivo moltissimo e consultai molti dottori in cerca di aiuto, ma inutilmente.
Ero triste e non sapevo cosa fare della mia vita. Poi, un giorno, al lavoro feci amicizia con Silvio. Lo avevo già notato in precedenza e mi aveva colpito: era sempre allegro e molto disponibile, sebbene avesse subito un grave incidente e soffrisse molto. Io conoscevo il significato del dolore e quindi lo ammiravo perché riusciva ugualmente a sorridere.
A quel tempo facevo parte di un gruppo spiritualista chiamato «Mahikari». Credevamo in un dio dell’universo e in un dio della terra. Ogni volta che m’inchinavo davanti a questi idoli, mi veniva in mente il versetto di Giovanni 14:6 e mi chiedevo dove potessi trovare questo Gesù.
Silvio era un avventista e alcuni mesi dopo averlo conosciuto m’invitò ad andare con lui in chiesa. Diventammo buoni amici e Silvio mi parlò di Gesù. Volli saperne di più sugli avventisti e frequentai la chiesa con Silvio. Presi studi biblici e dopo qualche tempo chiesi il battesimo. Ora finalmente ho trovato Gesù e ringrazio sempre Silvio per avermelo indicato.
Amici, qui in Giappone ci sono tanti sudamericani tornati in cerca di lavoro. Hanno bisogno come me di trovare Gesù e noi cerchiamo di individuarli e di farli venire in chiesa. Parte delle offerte del Tredicesimo Sabato servirà per costruire un centro internazionale di evangelizzazione in Giappone. Grazie per il vostro aiuto!

CONOSCIAMO MEGLIO

Il Giappone è dal punto di vista dell’evangelizzazione uno dei territori più difficili  del mondo. La cultura locale scoraggia le persone a condividere la propria fede con gli altri.
I giapponesi sono profondamente legati alle proprie tradizioni, alle proprie cerimonie e al culto degli antenati, pur non essendo animati da uno spirito religioso. Solo quattro persone su 100 sono cristiane e una su 8,361 è avventista.

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Autore dell'articolo: Stefania Tramutola