Giovanni Negro – «Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro» (Mt 7:12)
Un pomeriggio d’estate, Cipriano, un ragazzo che lavava i vetri delle automobili presso il semaforo di una grande città, entrò in un bar per comperarsi un gelato. Si sedette al tavolino e la cameriera si avvicinò subito per prendere l’ordinazione. Il ragazzo chiese: «Quanto costa una coppa di gelato all’amarena e panna?». «Due euro», rispose la cameriera. Il ragazzo prese tutte le monetine che aveva in tasca, frutto del suo guadagno, e cominciò a contarle. Dopo un attimo di riflessione, chiese ancora: «E quanto costa invece il più semplice gelato al cono?». In quel momento nel bar vi erano diversi clienti e la cameriera cominciava a spazientirsi. Così, in maniera seccata e brusca, rispose: «Un euro e cinquanta». Il ragazzo contò ancora una volta le monete e di nuovo chiese: «E quanto invece costa una granita al limone?». Adesso la cameriera era veramente spazientita e quindi rispose al ragazzo acidamente: «Un euro e venti. Ma, ragazzo, deciditi! Io devo servire anche gli altri». Allora Cipriano, con un dolce sorriso sulle labbra, disse: «Va bene. Mi porti pure una granita al limone. Grazie». La cameriera ritornò e gli portò la granita insieme al conto senza rivolgergli nessuna parola. Il ragazzo, come finì di mangiare la sua granita, pagò il conto alla cassa e uscì. Dopo qualche minuto, la cameriera tornò dove era stato seduto il ragazzo per pulire il tavolo. E lì sopra vide qualcosa di inaspettato. Si guardò intorno, abbassò lo sguardo e si commosse. Alcune lacrime cominciarono a rigare le sue guance, mentre lentamente passava la spugnetta sul tavolo. Il ragazzo aveva rinunciato al cono gelato per poterle lasciare la mancia di trenta centesimi, che era tutto quello che gli restava.
Per carità, non condanniamo la cameriera, ma diamole in avvenire un’altra possibilità. Soffermiamoci, invece, sulle sue lacrime e sul generoso gesto del ragazzo. Cos’è che ha suscitato quella commozione? Spesso, come affermava qualcuno: «Le lacrime attestano che i nostri cuori non sono del tutto inariditi». Anche trenta centesimi di mancia, a volte, possono bastare per intenerire un cuore ancora sensibile. Il gesto di questo ragazzo mi riporta subito l’attenzione su Gesù. Egli sapeva essere amabile e pieno di tatto, di tenerezza e di simpatia; riusciva sempre a mettere a suo agio le persone che gli erano accanto creando un alone di luce e di serenità. Dice il profeta, parlando di lui: «Io li attiravo a me… con legami d’amore» (Os 11:4).
È questo il principio che deve ispirare tutte le nostre relazioni con gli altri. È la consapevolezza di come siamo stati trattati e amati da Gesù che dovrebbe spingerci a creare relazioni col nostro prossimo improntate a bontà, gentilezza e amore. Egli, a tale proposito, ci esortò: «Io vi ho dato un esempio… e siete beati se lo fate» (Gv 13:15,17).