Il lupo credulone

Giovanni Negro – “L’ingenuo crede a tutto quel che si dice” (Pr 14:15)

Un giorno una volpe molto affamata andava in cerca di cibo, quando vide, sulla sua stessa strada, venire avanti un carro tirato da un cavallo sul quale c’erano due uomini, padre e figlio, che si stavano recando al mercato. Il suo odorato acutissimo avvertì che su quel carro vi erano dei polli già spennati, pronti per essere venduti e che lei avrebbe volentieri mangiato. Ma come fare per impadronirsene? Anche questa volta le venne in soccorso la sua proverbiale astuzia. Così, si stese in mezzo alla strada e si finse morta stecchita. Gli uomini fermarono il cavallo, scesero e si avvicinarono cautamente. La volpe non si muoveva. La toccarono con la punta di un bastone, poi col piede; ma la volpe sembrava proprio morta. “Ha una bella pelliccia! La venderemo al mercato”, disse il padre. Così la presero e la buttarono sopra il carro; infine risalirono e via! La volpe allora, senza far tanto rumore, si diede da fare, e, dopo essersi abbondantemente saziata, azzannò anche il pollo più grasso e furtivamente si lasciò scivolare giù dal carro. Non contenta di questo, prima di scappare via, cercò di farsi vedere, burlandosi di loro e, subito dopo, si mise a correre. Sia il padre sia il figlio si volsero furiosi; ma non poterono fare nulla perché la volpe era già lontana. Correva ancora quando si imbatté nel lupo. “Ahimè, il mio pollo”, sospirò la volpe. “Che bel pollo. – disse, infatti, il lupo con intenzione – Sono due giorni che pratico il digiuno controvoglia”. La volpe rispose subito: “Se lo vuoi, è tuo. Ma è già addentato e sporco. Però, se vuoi, puoi averne a sazietà e di migliori. Ce ne sono delle cassette piene”. “Amica mia, dove sono mai?”. “Vedi quel carro laggiù? È pieno di polli. Per impossessartene fai come ho fatto io. Io mi sono stesa sulla strada fingendomi morta. Non mi sono mai mossa quando mi toccavano, neanche quando mi hanno schiacciato la coda. I due uomini, per amore della mia pelliccia, mi hanno raccolta e buttata sul carro. Ho mangiato a crepapelle e poi sono scappata portandomi via questo bel pollo. Guarda che pancia mi sono fatta!. Se prendi questa scorciatoia, raggiungerai presto il carro”. “Sei certa di quello che dici?”, domandò ancora il lupo. “Certissima!”, rispose la volpe ridendo fra sé e sé. Il lupo non se lo fece ripetere due volte, corse via e raggiunse la strada prima del passaggio del carro e si buttò in terra fingendo di essere morto. Padre e figlio lo videro e fermarono il carro. “È un lupo. Ma che bella pelliccia! Ma non sarà mica morto come lo era la volpe, eh?”, disse il figlio. “Mah! potrebbe anche essere morto davvero”, aggiunse il padre. “Andiamo a vedere”. Stavolta però, scesero armati di randelli e, ammaestrati dall’esperienza avuta poco prima, incominciarono a bastonare di santa ragione la povera bestia. Il lupo per un po’ fece il morto; poi, non volendo morire davvero, balzò in piedi e se la diede a gambe.
Ahi!Ahi! ragazzi, che botte! Se avesse riflettuto un po’, senza farsi dominare dall’appetito, sicuramente avrebbe evitato le bastonate. Gesù, sapendo che avremmo vissuto in mezzo a coloro che “con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore dei semplici” (Rm 16:18), ci ha consigliato di essere prudenti (Mt 10:16). La prudenza è la capacità di riflettere e saper prevedere ed evitare i pericoli. Credere con eccessiva facilità a tutto, senza la dovuta prudenza e riflessione, sicuramente ci porterà delle sconfitte. Comunque, se voi, giorno dopo giorno, accoglierete nei vostri cuori la verità che è nella Bibbia, non solo diventerete saggi e forti, ma sarete anche delle sentinelle per aiutare gli altri a evitare i pericoli. Insomma, ragazzi, volete evitare le randellate? State lontani dalla volpe, ma soprattutto evitate di fingere di essere morti sforzandovi, invece, di tenere gli occhi sempre ben aperti. (Ad. da una storia di Paola Lombroso)

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Autore dell'articolo: Stefania Tramutola