Misurare la Bibbia

Ah, come siete cresciuti, durante l’estate… e tu, quanto sei diventato
alto? Aspetta, che prendiamo il metro! A proposito, conosci forse la storia
del metro? Lo si usa in tutto il mondo per misurare la tua altezza, la lunghezza
dei tuoi pantaloni o quant’è alta una montagna, e tante altre
cose. Ma sai, non c’è stato sempre; in passato, Greci, Romani
e altri popoli del Mediterraneo per misurare usavano il «piede»,
che gli inglesi usano ancora oggi: lungo 30 cm, si suddivide in dodici parti,
chiamate «pollici». In Italia, per misurare le stoffe, si usava
il «braccio» di circa 59 cm, ma oggi lo si usa ormai solo in marina,
dove serve per misurare la profondità (ma qui è lungo 1 metro
e 83 cm). Il metro, invece, è stato inventato nel 1791, a Parigi; infatti,
dopo la Rivoluzione Francese, cinque uomini, molto bravi in matematica, si
sono riuniti e hanno formato la Commissione dell’Accademia delle Scienze.
Uno di loro, Charles Borda, aveva fatto parte di un gruppo che aveva misurato
la lunghezza dei meridiani terrestri (sai? Quelle linee immaginarie che corrono
dal Polo Nord al Polo Sud), e così si pensò di prendere la quarantamilionesima
parte di un meridiano e chiamarla metro, da una parola greca, métron,
che vuol dire misura. Nel 1799 fecero costruire il primo metro con una sbarra
di platino che, nel 1872, fu sostituita da un altro campione (conservato all’Archivio
Internazionale dei Pesi e Misure di Sèvres) più corto di due
millimetri rispetto a quanto dovrebbe essere. E la sai una cosa? Tutti i metri
e i righelli di scuola sono la copia di un campione di un campione di un campione
di quel metro (tratto e adattato da T. Buongiorno, 366 Storie della Buonanotte,
p. 81).

È molto utile sapere che tutti, oggi, hanno lo stesso modo di misurare le cose.
Se dico che sono alta un metro e sessantatré, tutti possono prendere
il loro metro personale e vedere quanto sono alta. Tutti capiscono quello che
sto dicendo e possono confrontarlo sul proprio metro. Sai, anche la Bibbia è per
noi un metro. Gesù ha incaricato alcuni uomini, come Mosè, Davide,
Daniele, Matteo, Paolo e Pietro, di scrivere dei libri che parlassero di lui.
Ognuno di loro è stato sospinto dallo Spirito Santo a raccontare la
propria amicizia con Dio usando le proprie parole, il proprio modo di pensare.
Dio ha scelto di preparare questi libri apposta per te, chiedendo la collaborazione
di queste persone, che vissero in epoche differenti, e che furono molto diverse
fra loro. Poi, questi scritti sono stati riuniti in un’unica grande raccolta,
chiamata «Bibbia», che in greco significa infatti «i libri».
Certo, ci possono essere anche altre letture interessanti e istruttive. Ma
la Bibbia è la Bibbia; quando la leggo, scopro come Gesù ha creato
il mondo. Leggo le avvincenti storie di Abramo, Mosè, dell’apostolo
Paolo, e rifletto sul modo in cui si sono comportati questi personaggi vissuti
tanto tempo fa, ma che amavano Dio come lo amo io. Poi leggo la storia di Gesù,
e vedo quanto fosse buono, e soprattutto capisco che, quando tornerà e
ci porterà in cielo con lui, farà scomparire tutto quello che
a volte mi fa essere triste o mi fa piangere. La Bibbia mi aiuta a conoscere
il carattere di Gesù e, nel leggerla, desidero sempre più assomigliargli.

La Bibbia è un metro perché mi insegna come comportarmi in tante
situazioni, dandomi consigli su cosa fare quando sono incerta. Con la Bibbia
imparo a misurare le cose che mi succedono giorno dopo giorno, a misurare quali
sono le cose più importanti nella vita. Eh, sì, solo nella Bibbia
troverai l’insegnamento di Gesù; ecco perché la devi leggere
con cura, e utilizzarla per misurare. Se vuoi, puoi verificare se la mia Bibbia-metro
corrisponda alla tua: prova a leggere in II Pietro 1:21 e confronta se il messaggio è lo
stesso! «Infatti, nessuna profezia venne mai dalla volontà dell’uomo,
ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo
Spirito Santo».

di Mariarosa Cavalieri

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Autore dell'articolo: Stefania Tramutola