Il discepolo in cerca di Dio

Giovanni Negro (Ad. dagli “Apoftegmi dei padri del deserto”)

«Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore» (Ger 29:13).
Tanto tempo fa, ci fu un discepolo che tutti i giorni chiedeva al suo maestro: «Come posso trovare Dio?». Il maestro, pur ascoltando la sua domanda, non faceva altro che accennare un lieve sorriso, ma non gli dava mai una risposta. Un pomeriggio, dato che faceva molto caldo, il maestro invitò i suoi discepoli a seguirlo per fare tutti insieme un bagno nel fiume. Quando furono in acqua, il maestro nuotò verso il giovane discepolo che spesso gli aveva fatto quella domanda. Una volta raggiunto, lo agguantò, tenendone il viso a viva forza sott’acqua. Il giovane si dibatté alcuni istanti che gli parvero eterni, finché il maestro lo lasciò tornare a galla. Dopo avergli dato modo di riprendersi, il maestro, col suo solito sorriso sulle labbra, gli chiese: «Che cosa desideravi di più mentre ti trattenevo con forza sott’acqua?». Il giovane, ancora agitato, rispose: «Naturalmente l’aria». Il maestro allora gli disse: «Se tu desideri Dio allo stesso modo di quanto hai desiderato l’aria, non mancherai di trovarlo. Ma se non hai in te un desiderio così ardente, a nulla ti serviranno i tuoi sforzi, i tuoi libri e i tuoi studi».
Accipicchia, ragazzi! Che lezione! Ma vi è ancora un’altra lezione che dobbiamo imparare, e questa volta ci viene data da un ragazzo al quale un giorno un signore chiese: «Ti regalo un soldo se mi dici dove si trova Dio». E il ragazzo rispose: «Io te ne darò dieci se mi dici dove non si trova».
Sono due vere e belle lezioni da imparare. La prima ci vuole insegnare che il desiderio del Signore, deve essere simile a uno dei bisogni fisici primari, come per esempio l’aria che respiriamo, il cibo o l’acqua (Sal 42:1; 63:1). Insomma, una ricerca superficiale che batta strade comode e spaziose, seguendo la facile direzione in cui vanno tutti, difficilmente ci porterà a incontrare il Signore. Anche se penso che è sempre lui ad andare in cerca di noi, qualche volta, però, per poterlo vedere, siamo chiamati ad arrampicarci su un albero (Lc 19:4), o addirittura per potergli parlare dobbiamo perfino salire su un tetto e scoperchiarlo (Lc 5:19); o, per poterlo seguire, vendere tutto quello che abbiamo (Lc 18:22).
La seconda lezione ci vuole dire che la bellezza dei fiori, il cinguettio degli uccelli, il cielo stellato e così via, tutto l’universo ci parla del Signore. Comunque, resta il fatto, come disse qualcuno, che «una vita senza ricerca non merita di essere vissuta».

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Autore dell'articolo: Stefania Tramutola