Lina Ferrara
Questa storia, realmente accaduta in Bulgaria, ci fa capire che Dio può usare chiunque o qualunque cosa per insegnare una lezione importante. “Oggi non andrai in chiesa!”, gridò Ivan a sua moglie. “Lavorerai con me nell’orto”, Ivan era determinato a porre fine a quest’assurdità di riposare il sabato. Lidia trasalì. Aveva iniziato a frequentare gli incontri organizzati in città dagli avventisti e si era convinta che il sabato era il giorno speciale del Signore. Per diverse settimane era uscita di casa, il sabato, prima che suo marito potesse fermarla, ma un giorno Ivan le comunicò che il sabato seguente sarebbero andati dai suoi genitori per lavorare nell’orto e che non avrebbe accettato scuse. Lidia aveva cercato di spiegare a suo marito ciò che la Bibbia insegna sulle benedizioni dell’osservanza del giorno santo di Dio, però Ivan si era rifiutato di ascoltare. La donna pregò ogni giorno il Signore chiedendogli di intervenire, ma il sabato arrivò senza che fosse successo niente che le potesse i mpedire di andare con suo marito nell’orto. “Sbrigati!”, le gridò Ivan. “Va bene”, rispose Lidia. “Oggi verrò a casa dei tuoi genitori, ma non lavorerò nell’orto nel giorno santo di Dio”. “Se non lavorerai, allora non mangerai”, brontolò Ivan. Era sicuro che i suoi genitori l’avrebbero convinta della stupidità delle sue idee religiose. La coppia salì sul carretto trainato dall’asino e partì. Era quasi mezzogiorno quando arrivarono. Mentre Lidia aiutava sua suocera in cucina, Ivan cominciò a raccontare ai genitori le strane idee della moglie sul sabato, deridendola e facendola quasi piangere. Quando il pranzo fu in tavola, Ivan e i suoi genitori si sedettero per mangiare, ma Lidia andò in un’altra stanza perché sapeva che se avesse mangiato avrebbe dovuto lavorare. All’improvviso si sentì un forte trambusto fuori dalla porta. Un vicino chiamò Ivan: “Vieni, presto! È successo qualcosa al tuo asino”. L’uomo andò di corsa dove si erano radunate alcune persone e trovò l’asino steso per terra vicino alla strada. “Cosa gli è successo?, chiese Ivan. “Fino a un’ora fa stava bene”, aggiunse. L’uomo tirò l’asino per la cavezza e gli gridò di alzarsi, ma l’animale non si mosse. Gridò ancora, ma l’asino sembrava non sentire. I vicini lo aiutarono a tirare, spingere e strattonare l’animale nel tentativo di metterlo in piedi senza alcun successo. Alla fine, l’uomo si arrese e ritornò in casa. “Non riesco a capire che cos’ha quell’asino – disse scuotendo la testa – Senza di lui e del carretto non possiamo lavorare nell’orto”. Diverse volte, nel pomeriggio, Ivan cercò di far alzare l’asino che però rimase immobile. Intanto la sera si avvicinava e l’uomo si chiedeva preoccupato come avrebbero fatto a ritornare a casa. Intanto Lidia ringraziava silenziosamente Dio perché non doveva lavorare di sabato e pregava anche per la guarigione dell’asino, non voleva che morisse. Poi, proprio quando il sole stava tramontando, l’animale si mosse e si alzò. Ivan saltò in piedi, corse verso di lui e lo controllò, sembrava che fosse tutto a posto. I vicini furono shoccati nel vedere l’asino in piedi. Velocemente Ivan attaccò il carretto all’animale, chiamò Lidia e ripresero la strada di casa. La donna, felice nel vedere l’asino in salute, si sedette accanto al marito e bisbigliò silenziosamente una preghiera di ringraziamento. “Penso proprio che Dio abbia usato l’asino per aiutarmi a osservare il sa bato”, disse Lidia al marito mentre percorrevano la strada verso casa. Ivan non disse mai una parola sull’accaduto. Un giorno, quando Lidia comunicò al marito che desiderava far parte della Chiesa avventista, Ivan non glielo impedì. E l’asino? Aveva trotterellato fino a casa a passo svelto. Dopo tutto, aveva usufruito di un lungo pisolino! (Tratto da Best Ever Mission Stories 2 di Charlotte Ishkanian).