Buongiorno, fratellino!

Giovanni Negro – “Tutta la sua persona è un incanto” (Ct 5:16).

Sei ochette, tutte belle bianche, andavano felici a sguazzare nel laghetto. Per strada, vicino a una cascina, incontrarono un vecchio maiale sporco e maleodorante: “Perché non vieni con noi a fare un bel bagno insieme?”, gli chiesero le allegre ochette. “Oggi non posso, sono tremendamente raffreddato e ho anche un po’ di tosse. Grazie, ma non posso proprio. Sarà per un’altra volta”, grugnì il maiale. “Non è vero!”, disse un vecchio gatto che si era arrampicato su di un ciliegio e che conosceva molto bene il furbo maiale. “È da tanti anni che la tua pigrizia la chiami raffreddore, io invece la chiamerei… sporcizia”.
Alcuni giorni dopo si trovò a passare di lì un ragazzo di nome Tonino con alcuni suoi amici. Tonino era un nemico dichiarato dell’acqua, e questa sua inimicizia la si poteva notare sul viso, sulle orecchie, sul collo e perfino sulle mani; senza parlare poi dei denti e dei capelli. Ogni mattina la mamma gli ripeteva di lavarsi per bene, ma egli, oltre a non amare la pulizia, era anche pigro, e quindi inutili erano gli ammonimenti della mamma. Quel giorno, Tonino vedendo il grosso maiale prese un paio di ghiande e, con disprezzo, le gettò all’animale dicendogli ironicamente: “Buongiorno, maialino!”. Il maiale, prima lo fissò con i suoi occhietti furbi, poi lo squadrò dalla testa ai piedi e infine gli rispose dicendo: “Buongiorno, fratellino mio!”. Tonino, rabbioso, lo avrebbe affettato per quella sua risposta beffarda! Invece, con vergogna e rosso in viso, guardò i suoi amici che ridevano a crepapelle e corse via. Da quel giorno, perciò, i suoi amici lo chiamarono Tonino Porcospino. Anche se, a onor del vero, in seguito il suo aspetto cambiò, perché non usciva di casa se non si era pettinato prima i capelli, lavate le orecchie, lucidate le scarpe e così via.
Cari amici, perché il maiale si è permesso di chiamarlo fratellino? Da che cosa è stato ispirato? Si dice: “Il viso è lo specchio dell’anima”. La pulizia e la cura della pelle non solo eliminano gli odori sgradevoli ed evitano la fuga dei compagni, ma sono anche indispensabili per la nostra salute. Infatti, per avere un sangue puro e normale, non basta sapersi alimentare, anche l’igiene gioca la sua carta, e quasi si può dire che essa occupa il primo posto per alcuni aspetti della salute. Uno studio condotto per conto dell’esercito americano ha rivelato che i casi di raffreddore e tosse diminuirono del 45 per cento quando i soldati cominciarono a lavarsi le mani cinque volte al giorno.
Ma tutto questo non dobbiamo osservarlo solo perché migliora il nostro aspetto ed è necessario alla nostra salute, ma anche per la grande considerazione che Gesù ha per il nostro corpo. Abbiamo quindi la responsabilità di preservarlo e mantenerlo in perfetta efficienza “affinché Dio sia magnificato anche nel nostro corpo” (Fil 1:20).

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Autore dell'articolo: Stefania Tramutola