Come facciamo conoscere chi siamo

Matteo 14:1
Una delle ragioni per cui, nei primi giorni di scuola, usiamo soprattutto la penna, è per scrivere il nostro nome sui quaderni e sui fogli dei compiti, così che la maestra sappia di chi sono. Ma, dopo qualche settimana, la maestra non ha più necessità di leggere il nome sui fogli che deve correggere perché riconosce chi ha scritto dalla qualità del lavoro, dall’ordine del foglio, dal numero di cancellature. Questi segni le fanno riconoscere chi ha scritto sul foglio, anche se non c’è nessun nome.

Il primo versetto del capitolo 14 del vangelo scritto da Matteo contiene l’espressione: “La fama di Gesù”. Gesù visitò differenti paesi facendo delle cose meravigliose per uomini, donne e bambini. Egli divenne famoso per aver dato la vista ai ciechi, per aver guarito gli ammalati, per aver confortato i più deboli. Ovunque andò scrisse il suo nome nel cuore degli altri con la sua dolcezza, con il suo comportamento. Egli non usò una penna o una matita per scrivere il suo nome, ma lo fece con le sue buone azioni. Ecco come Erode sentì parlare della fama di Gesù.

Come siamo noi conosciuti nel nostro vicinato, nella nostra scuola? Se siamo generosi e gentili con gli altri, ci faremo conoscere come delle persone buone e amorevoli. Se siamo invece avari e pensiamo sempre solo a noi stessi, saremo conosciuti come delle persone egoiste. Non occorre che mettiamo il nome sulle nostre azioni; le azioni stesse diranno agli altri chi siamo.

Se abbiamo dei rancori contro quelli che ci hanno offeso e teniamo il muso, ci facciamo conoscere come delle persone che non perdonano. Se rivolgiamo una parola gentile a un altro bambino/a che è sempre solo/a e trascurato/a dagli altri, ci faremo invece conoscere come delle persone amichevoli e altruiste. Se dunque qualcuno ci fa dei torti, perdoniamolo. Se abbiamo offeso qualcuno, chiediamo perdono. E chiediamo a Gesù di aiutarci a farci conoscere come delle persone che veramente amano gli altri.

(Da Incontri con Gesù – a cura di Fiorella Ferraro)

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Autore dell'articolo: Stefania Tramutola