Hun-Lei sapeva come pregare

Hun-Lei era un bambino di pochi anni cresciuto in una famiglia cristiana. I suoi genitori gli avevano insegnato a chiudere gli occhi, a unire le sue mani e a pregare ogni volta che mangiava.
Chiudere gli occhi è importante quando preghiamo perché, così facendo, non ci distraiamo a guardare in giro quando parliamo con Gesù. Anche le mani giunte ci permettono di non distrarci e hanno un bel significato che riguarda la preghiera. Consideriamo che una mano rappresenti la mano di Dio e l’altra rappresenti noi stessi, quando noi le uniamo esprimiamo la nostra decisione di stare per la durata della nostra preghiera, mano nella mano, uniti, stretti, stretti a Gesù.
Un giorno Hun-Lei e la sua mamma andarono al mercato. I mercati in Cina sono enormi e c’è tanta gente e tantissima confusione. E fu così che il piccolo Hun-Lei si perse. Il bimbo venne raccolto da due uomini che lo vendettero a una ricca coppia che non credeva in Dio e che non aveva figli suoi.
Hun-Lei diede la sua testimonianza di fede in questa famiglia pregando sempre prima dei pasti. I suoi genitori adottivi e i loro servi erano incuriositi da questa strana abitudine di Hun-Lei. Così si sparse la voce che il nuovo bambino di quella ricca famiglia prima di mangiare chiudeva gli occhi, univa le sue manine e ringraziava un Dio sconosciuto.
Questa notizia giunse anche ai veri genitori di Hun-Lei i quali furono felici di sapere che il loro bambino stava bene. Subito però pensarono come potevano fare per riportarlo a casa. La sorella di Hun-Lei, di nome Iu-Lei, suggerì di offrirsi come baby-sitter per la ricca famiglia. Fu presa a servizio e Iu-Lei constatò di persona che il bimbo, oltre a continuare a pregare, cantava anche “Gesù m’ama, sì lo so”.
Un giorno Iu-Lei prese il fratello che era stato affidato alle sue cure e lo portò al mercato. Qui, nella grande confusione, si nascosero tra la gente, poi fuggirono e se ne ritornarono a casa loro.
Dopo che il bambino ebbe abbracciato i suoi veri genitori disse: “Sapete, i servitori e i miei genitori pagani si arrabbiavano e mi prendevano in giro quando io ringraziavo Gesù per il riso, ma io non ho mai smesso di farlo. E Gesù ha ascoltato le mie preghiere perché è proprio grazie a esse che voi mi avete ritrovato”.
Anche noi come Hun-Lei non dimentichiamo di chiudere i nostri occhi, di unire le nostre mani e di ringraziare Dio prima dei pasti e ogni volta che sentiamo il desiderio di parlare con lui.
Adattato da Incontri con Gesù a cura di Fiorella Ferraro

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Autore dell'articolo: Stefania Tramutola