Su una montagna c’erano tre alberelli che sognavano di diventare importanti da grandi.
Il primo, guardando le stelle che brillavano come diamanti, desiderò diventare il più bel forziere per i tesori del mondo. Il secondo, guardando il ruscello che andava verso il mare, desiderò diventare un grande veliero per navigare sugli oceani e trasportare re potenti. Sarebbe diventato l’imbarcazione più robusta del mondo. Il terzo, guardando il villaggio nella valle, desiderò diventare talmente alto che, quando le persone si sarebbero fermate a guardarlo, avrebbero dovuto alzare gli occhi al cielo e pensare a Dio. Allora sì che sarebbe stato l’albero più grande del mondo!
Gli anni passarono e, un giorno, tre boscaioli andarono nel bosco. Vedendo il primo albero, uno di loro esclamò: “È un albero perfetto”, e lo abbatté. Intanto l’alberò pensò: “Finalmente diventerò un magnifico forziere per contenere preziosi tesori”. L’altro boscaiolo guardò il secondo albero e disse: “Questa pianta è vigorosa. È proprio quello di cui ho bisogno”. E l’albero non stava più nella pelle al pensiero di diventare un veliero robusto che avrebbe trasportato dei re. Il terzo albero si sentì svenire quando l’ultimo boscaiolo lo guardò. “Qualunque albero andrà bene”, pensò l’uomo e, con pochi colpi d’ascia, lo abbatté.
Il primo albero era felice quando fu portato dal falegname, il quale però aveva ben altro da fare che costruire forzieri. Con le sua mani callose, infatti, trasformò l’albero in una mangiatoia per animali. L’albero, che prima era così bello, non era ricoperto d’oro né ripieno di tesori. Era coperto di segatura e riempito di fieno per nutrire gli animali affamati della stalla.
Il secondo albero sorrise quando fu trasportato in un cantiere navale, dove fu trasformato in un semplice peschereccio troppo piccolo e troppo fragile per navigare sugli oceani. Fu portato su un piccolo lago e lì, ogni giorno, trasportava carichi di pesce che avevano un odore terribile.
Il terzo albero era molto triste. Perché era stato abbattuto? In fondo, quello che desiderava era di restare sulla montagna e pensare a Dio.
Passarono tanti giorni e tante notti. I tre alberi dimenticarono quasi del tutto i loro sogni. Ma una notte la luce di una stella dorata rischiarò il primo albero nel momento in cui una giovane mamma depose il suo bambino appena nato nella mangiatoia. “Avrei voluto preparargli una culla”, mormorò suo marito”. La donna gli strinse la mano mentre la stella brillava sul legno levigato. “Questa mangiatoia è magnifica”, disse e immediatamente il primo albero seppe che conteneva il tesoro più prezioso del mondo.
Passarono altre notti e giorni. Una sera un viaggiatore stanco con i suoi amici salirono sulla vecchia barca da pesca. Mentre il secondo albero galleggiava sull’acqua, il viaggiatore si addormentò. Si scatenò allora una tempesta e l’albero sapeva di non avere la forza per tenere in salvo i suoi ospiti. Il viaggiatore si svegliò, si alzò, levò in alto le braccia e disse: “Pace”. E subito la tempesta si placò. Allora l’albero seppe di trasportare il re del cielo e della terra.
Passò ancora del tempo. Un venerdì mattina, il terzo albero fu sorpreso quando fu tolto dal mucchio di travi in cui era stato abbandonato. Fu trasportato in mezzo a una folla arrabbiata e su di lui furono inchiodate le mani di un uomo. Si sentì ignobile e crudele. Ma la domenica mattina, il primo giorno della settimana, quando il sole sorse e tutta la terra vibrò di una gioia immensa, il terzo albero seppe che l’amore di Dio aveva trasformato ogni cosa. Aveva reso il primo albero bello. Il secondo albero forte e ogni volta che la gente avrebbe pensato al terzo albero avrebbe pensato a Dio.
È molto meglio di essere il più grande del mondo.
Da Revue Adventiste