Il chicco di grano e la formica

Giovanni Negro – “L’agricoltore aspetta il prezioso frutto della terra pazientando…Siate anche voi pazienti” (Gc 5:7)

Un chicco di grano, rimasto nel campo dopo la mietitura, aspettava la pioggia per tornare a nascondersi sotto le zolle. Lo vide una formica, e, caricatoselo addosso, si avviò faticosamente verso il suo formicaio. “Perché ti affatichi a portarmi via? Lasciami nel campo!”, disse il chicco di grano. Gli rispose la formica: “Se ciascuna di noi non porta un po’ di cibo nella dispensa, non avremo abbastanza provviste per affrontare l’inverno”. “Ma io non sono fatto soltanto per essere mangiato”, replicò il chicco. “Sono un seme pieno di vita, e il mio destino è quello di far nascere una pianta. Facciamo un patto…”. Contenta di riposarsi un po’, la formica depose il chicco e gli chiese: “Quale patto?”. “Se mi lasci qui nel mio campo, rinunciando a portarmi a casa tua, io mi impegno a restituirti fra un anno cento chicchi uguali a me”. “Cento chicchi in cambio di uno solo!”, pensò la formica. “Ma che buon affare! E come farai?”, chiese al chicco di grano. “Questo è un mistero”, rispose il chicco. “È il mistero della vita. Ora, scava una piccola fossa; seppelliscimi lì dentro, e poi torna qui fra un anno e vedrai”. La formica gli diede ascolto; così scavò una piccola buca e vi depose il seme dentro. L’anno dopo, puntualmente, tornò a vedere se, quanto promesso, si fosse avverato. Sì, il chicco di grano aveva saputo mantenere il patto.

Sul chicco di grano che avrebbe fruttato altri cento chicchi, ci avrei scommesso, ma che la formica avrebbe pazientato un anno per portare il cibo nei suoi depositi, un po’ meno. Forse, questo mio pessimismo è dovuto dall’ambiente in cui vivo, una società che mal sopporta la normalità della natura con i suoi tempi e momenti, ma ci porta ad avere, con la sua frenesia di voler ottenere “tutto e subito”, esiti spesso catastrofici. In verità, l’attesa è il percorso naturale della natura, dove, per raccogliere i prodotti della terra, bisogna attendere con pazienza il fluire delle stagioni. “Prima il seme… poi lo stelo, quindi la spiga e… infine, si mette mano alla falce” (Mc 4:26-29). Ecco allora, che se vogliamo costruire qualcosa di significativo e duraturo, dobbiamo cercare di vivere la nostra vita nel fare un passo per volta, affidandoci alla pazienza che segue, da sempre, i ritmi e i tempi della vita, generando serenità e fiducia. “Ciò che manca ai giovani per riuscire nella vita è quell’attitudine così banale ma così fondamentale che porta al successo: la pazienza” (R. Guardini).

A proposito, ma siete consapevoli, come lo era il chicco di grano, del tesoro che Gesù ha nascosto nella vostra vita? E che anche voi siete “un seme pieno di vita” destinato a portare molto frutto? (Gv 15:5). Sì, se diamo la possibilità a Gesù di dimorare nei nostri cuori, egli ci aiuterà a sviluppare tutte le nostre facoltà, al punto di trasformare tutto l’essere nostro. (Ad. da “Favole” di L. Da Vinci)

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Autore dell'articolo: Stefania Tramutola