Il gattino piovuto dal cielo

Giovanni Negro

“Chiedete e vi sarà dato” (Matteo 7:7). Stefano, un giovane pastore, aveva imparato sin da bambino, frequentando gli scout, che ogni giorno era chiamato a compiere un’azione buona. Un pomeriggio, mentre stava entrando nella sua abitazione, sentì miagolare. Guardando attentamente, si accorse che su un ramo di un alto albero c’era un gattino così piccolo e impaurito che non sarebbe mai riuscito a scendere da solo. Capì subito che era l’occasione per compiere la sua buona azione. Così pensò che, se fosse riuscito ad abbassare il ramo, il gattino sarebbe poi potuto scendere. Dopo una breve riflessione, gli venne un’idea. Avvicinò la sua automobile all’albero, prese una corda e, da bravo scout, fece il “nodo cappuccino” per appesantirne la punta in modo da poterla lanciare sul ramo e poi farla scendere giù. E così, una volta superato il ramo, legò la corda al gancio di traino della macchina. Entrò nell’automobile, inserì la prima marcia e, piano piano, incominciò a farla camminare piegando il ramo all’ingiù. Ad un tratto la corda si spezzò e il ramo risalì violentemente verso l’alto con un effetto tipo fionda. Stefano frenò e scese subito dalla macchina, ma ormai del gatto non vi era più nessuna traccia. Passarono alcuni giorni e una mattina, al supermercato, il giovane pastore incontrò una sorella della chiesa. Dopo averla salutata, notò che nel carrello della sorella vi erano alcune scatolette e confezioni di croccantini per animali. Stefano sapeva che la sorella era restia ad avere animali e, quindi, le chiese: “Cara sorella, come mai hai comperato del cibo per animali se tu non ne hai?”. La donna, prima gettò uno sguardo nel carrello, poi, allargando le braccia, con aria meravigliata rispose: “Gaia, mia figlia più piccola, da tanto tempo mi chiedeva un gattino, ma non sapevo come procurarglielo, perché tra i vicini di casa e i conoscenti nessuno ne aveva. Così, un pomeriggio, la piccola Gaia mi portò in giardino perché voleva chiedere in preghiera al Signore di procurarle un gattino. È successo che, appena Gaia ha finito di dire la preghiera, abbiamo visto subito piombare dal cielo sulla siepe un gattino”.
Accipicchia, ragazzi! Avrei voluto proprio vedere la faccia del giovane pastore. Chissà se la donna avrà poi creduto al racconto di Stefano!
Dobbiamo meravigliarci di come Gesù ha risposto alla preghiera della piccola Gaia? Chi conosce gli episodi e le promesse della Bibbia, non dovrebbe meravigliarsi affatto. Gesù ci ha detto: “…tutto quello che domanderete nella preghiera, abbiate fiducia di ottenerlo e vi sarà dato” (Marco 11:24). Quando siamo consapevoli del nostro stato di debolezza ed esprimiamo il sincero bisogno di essere aiutati, Gesù ci ascolterà e ci esaudirà. Se poi qualche volta ci sembra che le nostre preghiere non siano state esaudite, non scoraggiamoci, perché sono state certamente ascoltate e riceveremo l’aiuto necessario; a condizione, però, che quello che abbiamo chiesto sia in armonia con la sua volontà (1 Giovanni 5:14). “Fedele è Colui che ha fatto le promesse” quindi, “chiedete e riceverete, affinché la vostra gioia sia completa” (Ebrei 10:23; Giovanni 16:24). E allora, perché non prendiamo Gesù in parola?

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Autore dell'articolo: Stefania Tramutola