Il lustrascarpe

Proverbi 23:23; 16:16
In Scozia, nella città di Glasgow, c’era un lustrascarpe di nome Jack. Un giorno questo ragazzo pensò che avrebbe potuto fare qualcosa di meglio nella vita e decise di diventare commesso in un elegante negozio della città. Senza perdere tempo, Jack andò a presentarsi sul posto e chiese di parlare con il capo del personale. Questi diede una rapida occhiata al ragazzo, lo vide a piedi nudi e gli disse: “Per poter lavorare qui dovresti almeno avere un paio di scarpe”. Senza dire una parola il lustrascarpe se ne andò. Ritorno al suo posto all’angolo della strada e continuò a lavorare per giorni e giorni fino a che non riuscì a guadagnare abbastanza per comprarsi un discreto paio di scarpe.
Allora, tutto contento, corse al negozio e si presentò al capo del personale. Questi, un po’ sorpreso della visita di Jack, ascoltò la richiesta del ragazzo e poi osservò: “Non hai nemmeno un vestito decente; non puoi lavorare per noi con quegli stracci addosso”.
Anche questa volta Jack se ne andò senza fiatare e ritornò al suo vecchio lavoro. Ce la mise tutta, risparmiò ogni centesimo e, dopo alcuni mesi, ecco che poté comprarsi il vestito necessario.
Ora, abito indosso e scarpe ai piedi, viso e mani pulite, Jack si presentò per la terza volta al capo del personale. Egli lo guardò con interesse e simpatia. “Bene – gli disse – riempi questo modulo”. Triste e sconsolato Jack mormorò: “Non so scrivere”. “Mi dispiace davvero – ribatté il capo del personale – ma non puoi essere assunto se non sai leggere né scrivere”.
Deluso ma non scoraggiato Jack ringraziò e andò via. L’essersi procurato un paio di scarpe e un vestito sviluppò in lui rispetto per se stesso e l’ambizione di potere riuscire nel suo intento di fare qualcosa di meglio del lustrascarpe.
Allora trovò un lavoro diverso. Si iscrisse a una scuola serale. Dedicò tutto il tempo libero a studiare con successo altre materie e, in capo a due anni, eccolo in grado di ripresentarsi al grande negozio, dove venne subito assunto. “Mi sa che un giorno quel ragazzo prenderà il mio posto” disse fra sé il capo del personale.
Questa non è una storia inventata, ma un fatto veramente accaduto tanti anni fa. Jack era deciso a raggiungere il suo scopo e si impegnò con tutta la sua abilità. Era un ragazzo pieno di buona volontà, paziente, perseverante e anche gentile e ben educato. Sul lavoro intuiva ciò che si doveva fare e lo faceva senza aspettare che glielo chiedessero.
Dopo pochi anni, Jack divenne non solo capo del personale ma socio e azionista del negozio.
Anche voi, ragazzi, non accontentatevi di una posizione mediocre. Mirate in alto, applicatevi per imparare molte cose e per occupare un giorno un posto di fiducia e soprattutto per avere la conoscenza e le qualità per migliorare voi stessi e gli altri. Il vostro impegno vi darà successo nella vita e la possibilità di essere maggiormente utile agli altri e alla vostra chiesa.
Da Incontri con Gesù di Fiorella Carelli Ferraro

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Autore dell'articolo: Stefania Tramutola