Il mondo ha bisogno di noi

Giovanni Negro – “Chi ama la sua vita, la perde; e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà in vita eterna” (Gv 12:25).

Una piccola nuvola avanzava lentamente nel cielo, su di essa due goccioline d’acqua litigavano furiosamente. “Ti dico che dovevamo scendere su quel prato!”, urlava Gocciolina. “Ah sì? Avremmo fatto proprio un bell’affare! – ribatteva nervosamente Goccetta che non accettava proposte altrui – Come minimo saremmo finite su una zolla di terra infangandoci tutte”. “Oh, poverina: sua maestà non vuole sporcarsi”, la prese in giro la compagna facendole un grande inchino. “Forse sua maestà preferirebbe cadere in una bottiglietta di profumo….”. “Sei sciocca e ignorante!”, urlò con tono indignato Goccetta voltandole le spalle. “Adesso parlerò solo con Goccina”. Così si rivolse all’altra compagna che, seduta sull’orlo di una nuvola, guardava il paesaggio. “E tu che ne pensi?”, le chiese incuriosita. Goccina rifletté e poi rispose: “Credo che ognuna di noi debba seguire le proprie aspirazioni. Senza dimenticare però ciò che siamo e il compito che dobbiamo assolvere: il mondo ha bisogno di noi”. “Giusto! – intervenne Goccetta che non aveva capito il vero significato di queste sagge parole – Ognuna pensi a se stessa”. Comunque, smisero di litigare. E tutte e tre presero a guardare in basso alla ricerca del posto preferito. La prima a lasciarsi scivolare dalla nuvola fu proprio Goccetta. Ci teneva tanto al suo aspetto che scelse una roccia in pieno deserto per farsi una bella abbronzatura! “Sono talmente bianca che un po’ di colore mi donerà senz’altro”, disse tutta soddisfatta. E, senza ritardare neppure un istante, eccola già sdraiata sulla roccia a crogiolarsi al sole. Ma, accipicchia come scottava! Fatto sta che, poco dopo, Goccetta cominciò a sudare e, all’improvviso, scomparve: era evaporata! Di lei non restava più nulla, neppure il segno sulla roccia. La seconda ad abbandonare la nuvola fu Gocciolina. Stavano sorvolando l’oceano quando, vedendo tutta quell’acqua, pensò: “Di certo non mi mancherà la compagnia. Mi divertirò un sacco!”. Salutò Goccina e se ne andò. Per settimane e settimane trascorse le sue giornate ridendo, ballando, scherzando insieme con le altre gocce che formavano il mare. “Ho scelto proprio bene. È una vera pacchia!”, si ripeteva felice. Ma un giorno, un’onda capricciosa l’afferrò con decisione e la mandò a ruzzolare sulla spiaggia. Gocciolina non fece neppure in tempo a capire ciò che le era successo, che la sabbia subito l’assorbì. E neanche di lei rimase nulla. Sulla nuvola, intanto, Goccina aspettava il momento opportuno per scendere sulla terra. Ormai aveva deciso: si sarebbe spinta ancora più a nord dove il vento freddo l’avrebbe trasformata in un fiocco di neve. “I bambini sono contenti quando vedono la neve”, pensava sorridendo. Ma ecco che vide, in un campo arso dal sole, una pianticella quasi appassita. Sull’intera regione non pioveva da più di otto mesi. “Poverina! Chissà quanta sete deve avere”, commentò tutta rattristata. E improvvisamente si lasciò cadere dalla nuvoletta. Fu tale lo slancio, che finì proprio addosso alla pianticella. “Che fresca carezza”, mormorò la piantina drizzandosi a fatica. “Chi sei?”, le chiese allora incuriosita. “Sono Goccina e sono venuta ad aiutarti”, rispose la goccia d’acqua scivolando fino a terra. In un attimo scomparve nel terreno. Cammina cammina, arrivò alle radici. Subito un fremito percorse l’intera pianticella e, addirittura, un fiore sbocciò profumando l’aria. Ancora oggi, quando un nuovo fiorellino spunta tra le foglie, si sente raccontare la storia di Goccina che era scesa dal cielo per salvare la pianticella.
Se voi foste una goccia, dove preferireste cadere? Tutti possiamo sperimentare la più grande fra le gioie, che è quella del donare e del donarsi. Come mai di Goccina qualcosa è rimasto? Anche il nostro impegno e il servizio per il nostro prossimo è un saggio investimento. Infatti, Gesù ci ha promesso che se sappiamo orientare bene le nostre scelte, pensando meno a noi stessi e impegnandoci invece in favore del più debole e del meno fortunato, questo diventa un investimento che rende, perché “avremo un tesoro nei cieli” (Mt 19:21) e “riceveremo cento volte tanto, ereditando la vita eterna” (Mt 19:29). “Cercate in cielo e in terra e non troverete nessuna verità rivelata con maggiore forza di quella dell’opera di assistenza nei confronti di chi ha bisogno di simpatia e aiuto” (Con Gesù sul monte delle beatitudini, pag.126). (Rid. e ad. da “Una storia dopo l’altra…” di R. Davico)

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Autore dell'articolo: Stefania Tramutola