Il piccolo eroe

Giovanni Negro – “Abbiate amore intenso gli uni per gli altri” (1 Pt 4:8)

In una delle pianure della Lombardia, Aldo e Piero abitavano a breve distanza l’uno dall’altro; anzi, le campagne che i loro genitori lavoravano erano separate solo da un piccolo torrente quasi sempre in secca. Aldo aveva tredici anni ed era robusto, Piero ne aveva appena nove e invece era gracile; ma, nonostante la differenza di età, erano legati da un grande affetto, che assumeva la forma di protezione da parte del primo e di affettuosa soggezione da parte del secondo. In questa relazione di amicizia c’era una ragione particolare che li teneva uniti. Piero amava molto lo studio e frequentava con zelo e profitto la scuola del villaggio. Aldo, purtroppo, contro la sua volontà e con grande dispiacere aveva dovuto interrompere gli studi. Come invidiava il suo amico Piero che imparava tante belle cose. Piero, anche d’inverno e nelle mattinate più fredde, non mancava mai all’appello nella sua c lasse. Erano quattro i chilometri che, fra andare e tornare, doveva percorrere ogni giorno per recarsi a scuola. Ma quei chilometri Piero li faceva volentieri perché ogni volta che tornava a casa aveva qualcosa di nuovo da raccontare all’amico che trovava in ciò qualche conforto a quella sua sete di sapere e conoscere le cose. Un giorno avvenne una cosa molto triste. Durante le vacanze estive, Piero si ammalò gravemente. Era stato sin dalla nascita gracile di costituzione e i suoi gli avevano sempre risparmiato anche i piccoli lavori per non indebolirlo di più. La malattia che lo aveva colpito al midollo spinale, detta poliomielite, gli arrecò delle conseguenze molto gravi: la paralisi delle gambe. “Guarirai”, gli dicevano i suoi cari; ma Piero non si illudeva. E un giorno che si trovò solo con Aldo, gli buttò le braccia al collo singhiozzando e disse: “Non potrò più andare a s cuola!”. “Non temere – disse Aldo con un nodo alla gola – a scuola ci andrai e ti ci porterò io. Non sono forse il tuo amico?”. Infatti, alla riapertura della scuola, Aldo cominciò a compiere il suo dovere di volontariato. Ogni mattina si caricava Piero sulle spalle e lo portava alla scuola del villaggio; lo adagiava sul sedile del suo banco; e se ne tornava a casa; poi, quando era l’ora, andava a riprenderlo. Così percorreva ogni giorno otto chilometri, quattro dei quali con Piero sulle spalle, e quattro da solo, svelto e allegro come un uccellino. I genitori di Piero volevano compensarlo, ma lui più volte rifiutò decisamente. Per lui era già un premio farsi ripetere dal piccolo amico la lezione imparata a scuola. Ma un altro dono inaspettato si aggiunse a quello. Un bravo e generoso industriale del capoluogo aveva istituito da anni un “premio al dovere” che comprendeva anche certi atti di bontà. Qualcuno (forse il papà o il maestro di Piero) aveva segnalato alla commissione incaricata delle inchieste il nome di Aldo e il suo atto generoso.
Così, alla vigilia di Natale, sul palcoscenico di un teatro del capoluogo, si presentò Aldo, rosso in viso e confuso, davanti al Sindaco per ricevere una medaglia d’oro e una busta. La motivazione, letta ad alta voce, suscitò tre minuti di applausi e tanta commozione con lacrime.
Aldo, che sembrava un po’ imbarazzato da tutta quella festa, se ne tornò a casa e fu felice soltanto quando poté correre dal suo piccolo amico. Allora si tolse la medaglia dal petto e la mise su quello di Piero, dicendogli: “Sei tu che la meriti, non io… Io non sono che un povero ignorante, e tu sei il mio maestro”.
Cari amici, un ragazzo come il nostro Aldo non è il frutto dell’immaginazione di un bravo scrittore, anche se l’episodio può sembrare incredibile esso è realmente accaduto. Aldo con il suo esempio ci fa ancora credere nella bontà, nello spirito di sacrificio e soprattutto nell’umiltà: virtù rare ma non del tutto spente. Anche se tutto ciò che gira intorno a voi vi dovesse far pensare alla cattiveria, all’egoismo altrui, non scoraggiatevi perché, fino a quando Gesù non ritornerà, ricordatevi che ci saranno sempre ragazzi che terranno alta la bandiera della bontà e del sacrificio, ragazzi che conservano nei loro cuori la scintilla del loro creatore. (Ad. e rid. da Anime e Cose – Ed. Castaldi).

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Autore dell'articolo: Stefania Tramutola