Il saggio arabo

Giovanni Negro – “Chiedete e vi sarà dato” (Mt 7:7)

Un arabo sapiente e sveglio, di nome Ahmed, si recava un giorno con il suo cammello da un’oasi all’altra del deserto del Sahara, per concludere certi suoi affari. Giunto all’oasi di Agadez, la sua attenzione fu richiamata da un gruppo di cammelli, presso i quali tre giovanissimi beduini discutevano e gesticolavano animatamente. Avvicinatosi, si accorse che la discussione stava per degenerare in un litigio, perché le voci dei tre si facevano sempre più alte e stizzose: “Così non può essere!”. “Per conto mio non posso accettare!”. “Ma non possiamo mica uccidere qualche cammello!”. Curioso, Ahmed chiese di che cosa si trattasse. Il maggiore dei tre giovani, trovandosi dinanzi un uomo dall’aspetto cordiale e dal portamento distinto, non ebbe difficoltà a spiegargli la causa della disputa. “Mio padre è morto e ha lasciato in eredità i diciassette cammelli che vedi qui riuniti, ordinando che fossero così divisi: metà a me, che sono il figlio maggiore, un terzo a mio fratello minore e un nono a questo nostro cugino. Ma come possiamo fare questa divisione senza sacrificare nessuna delle bestie? Come si fa a trovare la metà e poi la terza e la nona parte di diciassette? Abbiamo provato in tutte le maniere, ma nessuno di noi si è potuto dichiarare soddisfatto. Saresti in grado di trovare il modo di fare una divisione giusta?”. Ahmed rifletté un po’ e disse: “Proviamo”. Accostò il suo cammello al gruppo degli altri, e fece notare che in tal modo i cammelli non erano più diciassette ma erano diventati diciotto. “Bene! – continuò – ora che i cammelli sono diciotto, è facile trovare la metà; e quindi a te, che sei il maggiore, ne spettano nove”. Così il maggiore accettò ben volentieri, pensando che, rispetto ai diciassette dell’eredità paterna, nove cammelli era più di quanto potesse avere. Ahmed continuò rivolgendosi al fratello minore: “La terza parte di diciotto è sei; prendi dunque i tuoi sei cammelli”. E il fratello minore come potete immaginare, fu ben contento. Al cugino il saggio arabo disse: “La nona parte di diciotto è due: a te, dunque, restano due cammelli”. Così anche il cugino fu soddisfatto. Dopo che ognuno ebbe avuto i suoi, restava un cammello che Ahmed riprese, perché era il suo. I tre beduini, sorpresi da tanta abilità e saggezza, non finivano più di ringraziarlo e volevano compensarlo con molti doni; ma Ahmed, lieto di averli messi d’accordo, accettò soltanto un sacchetto di datteri per il suo cammello, e, così com’era venuto, riprese il suo viaggio.
Vi siete meravigliati per la saggezza di Ahmed e di come è riuscito a mettere d’accordo questi tre giovani? Voi quale consiglio avreste dato? Nella Bibbia troviamo un giovane molto più saggio di quest’uomo, il suo nome è Salomone. Perché più saggio? Perché la sapienza a Salomone fu data direttamente da Gesù. Infatti, quando si trovò a regnare in Israele, si rese subito conto che senza il consiglio di Gesù egli non sarebbe stato capace di adempiere alle sue responsabilità di re. Così, cosciente della sua debolezza, chiese al Signore un aiuto speciale per soccorrere coloro che avrebbero chiesto giustizia: “Io sono giovane e inesperto, dammi la saggezza necessaria per essere un re giusto” (I Re 3:8-9). Anche noi, come Salomone, fiduciosi nella parola del Signore che afferma “Se qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente” (Gc.1:5), chiediamo con umiltà l’intelligenza e la saggezza per distinguere il bene dal male, la verità dall’errore, in modo di poter sempre agire secondo il consiglio di Gesù.

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Autore dell'articolo: Stefania Tramutola