Giovanni Negro – “C’è una via che all’uomo sembra diritta, ma…” (Prv 14:12)
Daniele e la sua famiglia vivevano in campagna. Oltre al cane, egli aveva alcune galline ma, fra tutte, solo una, Fifì, si mostrava generosa. Infatti, grazie a lei, ogni mattina Daniele poteva raccogliere il suo uovo. Da alcuni giorni, però, nonostante il canto di Fifì, Daniele non trovava nulla. Che stava succedendo? Purtroppo il significato del verso di Fifì lo aveva capito anche Snake, un serpente imprudente. Le mura del pollaio, fatte di fango e canne, a causa della pioggia e del vento si erano rovinate, lasciando a Snake un’apertura per entrare. Il serpente, ogni volta che sentiva il verso della gallina, strisciava dentro la capanna, allungava la testa, spalancava la bocca e ingoiava l’uovo appena deposto. Poi, contento, si dirigeva nuovamente verso la fessura, infilandoci la testa e il collo. Però, dato che per la protuberanza dell’uovo appena ingoiato non riusciva a passare, premeva il corpo contro i lati rompendo il guscio. L’uovo si distribuiva così in tutto il corpo inondando le sue viscere di soddisfazione. Quando ritornava a casa fra le radici del grande baobab, soddisfatto della sua impresa, raccontava tutto alla moglie, poi si arrotolava e dormiva. Una mattina, la moglie, preoccupata lo avvertì dicendogli: “Sii prudente! Se continuerai così, potrai trovarti nei guai”. Snake, infastidito, le rispose: “Non avrò noie, femmina chiacchierona: so quello che faccio!”. S’allontanò, attendendo il canto della gallina; si guardò anche intorno e, non vedendo nessun pericolo, si avviò verso il pollaio per ripetere i soliti movimenti d’ogni giorno. Ma quella stessa mattina, Daniele e il suo papà si erano decisi a scoprire come mai, nonostante il canto di Fifì, non riuscissero più a trovare l’uovo. Si nascosero, così, dietro ad alcuni grossi panieri di vimini. Puntuale, Fifì fece l’uovo e cantò. Snake, udito il canto tanto atteso, fece come sempre, ignaro che Daniele e suo papà lo osservavano. La mattina dopo, molto presto, il papà prese un altro uovo che aveva in casa e lo mise a bollire in un pentolino. Quando l’interno dell’uovo si indurì, l’uomo lo prese e lo avvolse in un panno per mantenerlo tiepido. Poi, insieme con il figlio, si recò alla capanna dove entrambi si nascosero. Come Fifì fece l’uovo, Daniele lo sostituì con quello appena cotto. Qualche secondo dopo, Snake, con la solita puntualità, apparve nella fessura della capanna e vi s’infilò. Poi ingoiò l’uovo rifacendo il viaggio di ritorno. Mise come sempre la testa nella crepa e, con un colpo secco, sbatté il rigonfiamento del corpo con l’uovo contro la parete. “Ma il guscio di quest’uovo è proprio duro oggi”, pe nsò Snake. Cozzò quindi con maggiore violenza contro le pareti; ma il guscio non accennò a rompersi. Ripeté la cosa più volte, ma niente. Mentre il piccolo Daniele rideva silenziosamente, il papà sbucò dal suo nascondiglio con in mano un randello e colpì l’imprudente Snake, al quale passò per sempre la fantasia di rubare le uova.
Ragazzi, sareste riusciti a realizzare lo stesso piano geniale del papà di Daniele? Chi fa il birbone e si ostina a trasgredire un consiglio giusto, anche se all’inizio prova un senso di soddisfazione e di successo, perché magari il castigo non segue immediatamente (Ec 8:11), non deve illudersi perché, oltre a perdere la capacità di capire e di fuggire i pericoli, prima o poi raccoglierà anche danno e delusioni. (Rid. e ad. da Favole della Foresta di Paul White).