Giovanni Negro – “Affida al Signore le tue opere, e i tuoi progetti avranno successo” (Pr 16:3).
Nella casa di un fornaio di nome Pandolfo abitava un grillo. Pandolfo raccontava a tutti che il grillo era il suo talismano. Infatti, i suoi affari andavano di bene in meglio, mentre invece a Padalino, negoziante di calze e suo vicino, tutto andava male. Per questo fatto, costui pensò di rubare a Pandolfo il grillo portafortuna, ma non sapeva come fare. Finalmente, un giorno vide l’animaletto camminare sulla soglia del negozio, alla portata della sua mano. Si assicurò che nessuno lo vedesse e…zaff, lo afferrò, lo portò nel suo negozio e lo rinchiuse. Quella notte Padalino sognò di vendere finalmente centinaia e centinaia di calze e calzini. Il giorno dopo, entrò in negozio un cliente. Il negoziante si mise subito in moto per servirlo, ma quando andò ad aprire con cura la scatola delle sue calze più pregiate, notò che erano tutte bucherellate. Le esaminò tutte, una dopo l’altra e vide che c’erano buchi dappertutto. “Certo – pensò con rabbia – il fornaio è penetrato in qualche modo qui, e si è vendicato perché gli ho rubato il suo grillo. A proposito, dov’è?”. Subito andò a spiare davanti al forno e sentì il cri cri del grillo, che già era ritornato a casa da solo. “Avevo ragione!”, pensò. “Pandolfo si è ripreso il grillo e mi ha bucato le calze. Adesso andrò a denunciarlo e gli farò pagare i danni!”. Così, il fornaio fu chiamato in tribunale. Egli arrivò con i suoi corti calzoni infarinati che lasciavano scorgere due grosse calze grigie di lana, piene di buchi. Il giudice lo guardò meravigliato e gli domandò: “Come mai avete tutti quei buchi nelle calze?” “È il mio grillo che le riduce così; non ne posso salvare un paio. Ma è il mio portafortuna, e poi canta così bene che non potrei proprio vivere senza di lui!”. Il giudice rise e, rivolto al negoziante di calze, disse: “Faremo il processo al grillo. Avete detto di averlo ospitato la notte del guaio. Non sapevate che i grilli mangiano di tutto, anche la carta e la stoffa?”. Padalino, tutto confuso, rispose: “Ma…io, signor giudice, sapevo solo che i grilli portano fortuna”. E il giudice: “Non è un animaletto, un ciondolo o un qualsiasi altro oggetto che può portare fortuna negli affari e nella vita, ma l’essere onesti e con un buon carattere può far andare meglio ogni cosa. Andatevene ora, e se non siete soddisfatto, portatemi il grillo per il processo”. Sono molte le persone che, per riuscire negli affari o per vivere una vita piena di successo, si affidano a un oggetto come loro amuleto. Pensate che, solo di corni, una fabbrica del nord Italia ne produce oltre ottocentomila l’anno divisi in più di settanta modelli. Anche voi cercate il vostro talismano? Volete avere successo nello studio o in qualcos’altro? Non cercatelo come fece il fornaio, il negoziante di calze o come fanno tanti altri, ma come fece Giuseppe che, confidando nel suo Creatore, da schiavo diventò viceré d’Egitto, e di lui sta scritto che: “Il Signore gli faceva prosperare nelle mani tutto quello che intraprendeva” (Gn 39:3). E quando i vostri amici vi propongono di vedere i loro portafortuna, attirate con dolcezza i loro sguardi verso il cielo e ripetete le parole che un giorno Nehemia disse a tre persone che lo volevano confondere: “L’Iddio del cielo è quello che ci darà un buon successo» (Ne 2:20). (Ad. da “Usignolo” – Ed. F.lli Fabbri)