Un dente da salvare

Giovanni Negro – “Acquista sapienza, istruzione e intelligenza”(Pr 23:23)

Un lunedì mattina, Tom, mentre era a letto, pensò che sarebbe stato meglio avere qualche doloretto per non andare a scuola. Esaminò il suo organismo, ma niente gli faceva male. Poi scoprì che un dentino gli ballava un po’. Pensò che bisognava approfittarne e cominciare a lamentarsi. E così fece. Sid, il suo fratellastro, sentì i suoi gemiti farsi sempre più forti. “Tom, che hai? Devo chiamare la zia?”, gli chiese. “No, non chiamarla. Forse mi passerà”, rispose Tom. “Da quanto tempo ti senti male?”. “Da parecchie ore ormai. Ohi, ohi! Lasciami, Sid, non mi far parlare perché non ho più le forze”. “Ma perché, Tom, non mi hai chiamato prima? Su, non gemere così: fai star male anche me”. “Ti perdono tutto, Sid, tutto quello che mi hai fatto. Anzi, perdono a tutti. Diglielo! Darai il mio aquilone e il gatto con un occhio solo a quella bambina arrivata da poco”. “Ti prego, Tom, non morire; anzi, vado a chiamare subito la zia”. Mentre Sid si allontanava per chiamare la zia Polly, Tom aveva la sensazione di soffrire realmente. La sua immaginazione lo aveva aiutato e i suoi lamenti ormai erano proprio veri. “Zietta, vieni presto! Tom sta per morire!”. “Per morire?”, disse la zia. “Sì, vieni subito!”. Polly corse velocemente pallida in viso e con le labbra che le tremavano. “Tom, che cosa hai? Racconta tutto alla tua zietta”. “Oh, zia, mi dondola un dente e mi fa male terribilmente”. A quel punto la zia si lasciò cadere su una sedia; un po’ rise, un po’ pianse e poi disse: “Tom, sciocchino, che paura mi hai fatto prendere! Ora finiscila con questa commedia e salta giù dal letto. Anzi, apri la bocca e fammi vedere. Oh, sicuro, sicuro, il dente dondola, ma questo non è davvero un male da far morire”. Allora prese un pezzo di filo di seta con un’intenzione molto chiara. Tom, come vide che la zia era decisa a togliergli il dente, implorò: “Per carità, zia, non me lo tirare: non mi duole più!…Io non voglio stare a casa, voglio andare a scuola”. La zia Polly non volle sentire ragioni; con voce ferma e decisa replicò: “Invece penso che questa commedia tu l’abbia inventata proprio per non andare a scuola. Tom, Tom! Io ti voglio tanto bene e tu invece fai di tutto per spezzarmi il cuore!”. Intanto erano pronti gli strumenti per la cura dentaria. La buona signora legò un capo del filo di seta al dente tentennante e l’altro alla spalliera del letto. Poi afferrò un tizzone acceso e lo avvicinò all’improvviso alla faccia di Tom. Un attimo dopo il dente penzolava in fondo al filo legato alla spalliera. Poi, il povero Tom dovette alzarsi e andare a scuola.
Qualcuno disse: “Mi piace molto andare a scuola, e ancor di più il tornare da scuola. È quel che ci sta in mezzo che mi crea problemi». Quante persone, tra le quali anche me, una volta adulte, si sono pentite per non essere andate a scuola e acquisire una buona istruzione? Gesù è contento quando vede dei bambini che sono disposti a imparare, a conoscere, ad apprendere ciò che è buono, puro e nobile, per poi collaborare in modo più efficace con lui per rendere la vita degli altri più dolce e luminosa. Non spegnete mai il desiderio di imparare nuove cose e di sviluppare continuamente tutte le vostre facoltà. Sentitevi sempre piccoli piccoli di fronte agli importanti compiti da svolgere a favore del prossimo e del Signore, mettendo in pratica il consiglio biblico: “Applica il tuo cuore all’istruzione” (Pr.23:12). E mi raccomando, salvate i vostri denti! (Rid. e ad. da “Le avventure di Tom Sawyer” di M. Twain)

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Autore dell'articolo: Stefania Tramutola