Giovanni Negro
«Dio ha scelto… le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono» (1 Cor 1:27-28).
Un giorno, di non molto tempo fa, un professore, che insegnava agli alunni del quarto ginnasio, sottopose loro un questionario con dodici domande un po’ particolari. Questo perché il professore era rimasto sorpreso nell’ascoltare alcuni discorsi dei suoi ragazzi, e voleva farli riflettere su alcuni fondamentali aspetti e princìpi della vita. Alex, uno dei più bravi della scuola, finì subito di rispondere a undici domande tralasciando però l’ultima che per lui era meno importante e del tutto insignificante. Consegnò quindi il suo questionario, che comunque era privo dell’ultima domanda. Ma dopo un po’ di tempo, un suo compagno chiese al professore: «Scusi, professore, ma l’ultima domanda della prova conterà ai fini del voto?». «Senza dubbio!», rispose subito con determinazione il professore. Allora, Alex chiese al professore se poteva riavere il questionario per vedere se riusciva a essere in grado di rispondere all’ultimo quesito. Tuttavia, nessuno dei diciannove alunni riuscì a rispondere a quella domanda che era così formulata: «Qual è il nome di battesimo della donna che fa le pulizie nella scuola?». Il giorno dopo, quando il professore riportò a scuola i compiti corretti, disse: «Cari ragazzi, nella vostra vita incontrerete tante persone. Dovete ricordare che tutte, e ripeto tutte, hanno la loro importanza. Esse meritano la vostra stima, la vostra gratitudine e la vostra attenzione, anche se lo manifesterete con un semplice sorriso o con un affettuoso saluto».
Bene, nessuno di quei ragazzi riuscì più a dimenticare questa lezione tanto che impararono subito che il nome di battesimo di quella donna era Ilde.
Volete sapere una cosa? Alla luce di questa storia, ho pensato che prima di andare in pensione devo fare un regalo alla donna delle pulizie che per tanti anni ha tenuto pulito il mio ufficio.
Quando raccontai questa storia ai bambini della mia comunità, chiesi loro se erano a conoscenza di chi teneva pulita e in ordine la nostra chiesa. Nessuno, seppe darmi la risposta esatta.
Come i discepoli di Gesù siamo attratti dalle cose grandi e appariscenti (Mc 13:1). Difficilmente pensiamo a quelle persone che vivono nell’anonimato, che nessuno pubblicizza e che, però, grazie al loro lavoro e impegno, rendono la nostra esistenza possibile e più agevole. Persone che fanno piccole e grandi cose a vantaggio di tutti. Pensate al fornaio che tutti i giorni ci procura il pane; al contadino che con pazienza coltiva le verdure perché le possiamo mangiare, o allo spazzino che ci fa trovare la strada pulita, e così via. Realtà semplici e quotidiane, forse apparentemente insignificanti, che sfuggono alla nostra attenzione e a un possibile nostro ringraziamento, ma che sono indispensabili per la nostra vita quotidiana. È un po’ come l’acqua, il sole, il pane o la terra; la loro semplicità non conosce clamori, sembra quasi scontata, ma ci accorgiamo della loro importanza solo quando ci vengono a mancare.
E allora, impariamo da Gesù che seppe dare importanza a tutte le cose, anche a quelle che ci potrebbero apparire insignificanti come, per esempio, i due spiccioli della povera vedova.
«Il Signore predilige la gente comune. È per questo che ne ha creata così tanta» (Abraham Lincoln).