Una banca che non fallirà

Giovanni Negro

«Fatevi tesori in cielo… dove i ladri non sconficcano né rubano» (Mt 6:20)
Il papà di una bimba di nome Oliva aveva capito che la figlia aveva il dono del canto. Così, le pagò i migliori insegnanti affinché potesse esercitare questo dono sin da bambina. Passarono gli anni e Oliva divenne famosa e andò in giro per il mondo guadagnando delle belle somme di denaro. Il papà, vedendo il successo e i tanti soldi che la figlia riusciva a guadagnare, incominciò a chiederle costantemente delle grosse somme di denaro in prestito. Oliva non era contenta di tutte queste ripetute richieste ma, quantunque le sembrassero strane, non aveva il coraggio di dire di no al suo papà che tanto aveva fatto per aiutarla ad avere successo. E il padre della giovane, quando capiva che lei era un po’ scettica nel consegnargli il denaro, gli diceva amorevolmente: «Cara, ho bisogno di questo denaro per realizzare un grande progetto». Passarono gli anni, e accadde che la banca dove Oliva aveva depositato tutti i suoi risparmi dichiarò il proprio fallimento. Così sia lei sia tutti coloro che avevano depositato i loro risparmi in questa banca ebbero gravi perdite. La perdita della sua fortuna fece cadere nella più cupa depressione la povera Oliva, la quale parve non riuscire più a reagire rendendosi conto della sua rovina, e sentendosi incapace di continuare a girare i vari paesi per i suoi concerti. Ma pochi giorni dopo, ricevette la telefonata del papà che gli disse: «Cara, non ti scoraggiare, ma vai alla mia banca e troverai una gradita sorpresa». Così, il giorno dopo, Oliva si presentò in banca e, rivoltasi al direttore, si sentì dire che una notevole somma di denaro era a sua disposizione. Che cosa era accaduto? Il suo papà aveva depositato nella propria banca ogni centesimo ricevuto dalla figlia, intestandolo a lei.
Che bella sorpresa! Anche noi, un giorno saremo ben felici nel vedere come Gesù ha saputo conservare e far fruttare tutte quelle offerte e quei gesti generosi seminati qua e là in favore della sua opera. Quanto spesso, scoraggiati, abbiamo pensato che i nostri piccoli sforzi e le nostre scarse offerte non apportano alcun cambiamento in favore della verità e del bene del prossimo? E che tutto è stato vano? Ma non è così. Ogni volta, invece, che noi offriamo un aiuto a un bisognoso e partecipiamo per la realizzazione del progetto di Gesù, è come se noi depositassimo delle perle nella banca del cielo, nelle salde mani di Gesù, dove si trovano al sicuro. Infatti, in Proverbi 19:17 troviamo scritto: «Chi ha pietà del povero presta al Signore, che gli contraccambierà l’opera buona». E quale ne sarà la ricompensa? «Ricevendone cento volte tanto, ed erediterà la vita eterna» (Mt 19:29).
Anche se i nostri gesti di generosità saranno sempre sproporzionati rispetto a ciò che il Signore ci ha donato, non pensate mai e poi mai, che i vostri doni siano insignificanti. Scrisse E. G. White (Review and Herald, 25.12.1900): «Se tutti i bambini presentassero le loro offerte al Signore, i loro doni sarebbero come piccoli ruscelli che, unendo le loro acque, finirebbero col formare un grande fiume»
E allora, cari amici, ricordiamoci che tutti possiamo avere «un tesoro ben fondato per l’avvenire» (1 Tm 6:19), conservare delle «ricchezze che non si consumano e un tesoro sicuro in cielo» (Lc 12:33), purché le nostre iniziative e i nostri programmi non si limitano solo ai brevi anni di vita terrena, ma sappiano invece investire tempo, beni ed energie dando priorità soprattutto a quella dimensione che sa di eternità, come tra l’altro ci ha consigliato Gesù: «Cercate prima il regno e la giustizia di Dio» (Mt 6:33).

Condividi:

Autore dell'articolo: Stefania Tramutola