Una saggia sentenza

Giovanni Negro

«Beato l’uomo… nel cui spirito non c’è inganno» (Sal 32:2)
Non molto tempo fa, in un piccolo paese, viveva una vedova con il figlio Luciano. Un giorno, mentre il ragazzo tornava a casa, egli vide per terra una busta da lettera un po’ sgualcita, la raccolse e s’accorse che conteneva dei soldi. Tutto contento se ne tornò a casa. «Mamma, – esclamò subito il ragazzo vedendo la madre – oggi sono stato veramente fortunato; guarda un po’ che cosa ho trovato!». La mamma guardò e vide che dentro la busta vi erano seicentocinquanta euro. Allora, tutta spaventata, chiese: «Da dove hai preso questi soldi? Sei diventato forse un ladro?». «No, mamma, – replicò Luciano – li ho trovati per strada e, per noi che viviamo nella povertà, possono esserci davvero utili». La madre, vedendo la sincerità del figlio, si tranquillizzò e poi disse: «Sono sicura che non ti sei impossessato di questo denaro né con astuzia né con la violenza, però non l’hai neppure guadagnato lavorando. Ascoltami: portami subito nel luogo dove hai trovato questa busta e vediamo se vi è qualcuno che la sta cercando, altrimenti la consegneremo ai carabinieri». Il ragazzo, che era abituato a ubbidire, non esitò e si recarono subito sul luogo. Quando arrivarono, videro un uomo e una donna abbastanza angosciati che guardavano attentamente per terra esplorando il luogo. Luciano e la mamma capirono subito che cosa stessero cercando. Allora la donna chiese all’uomo: «Che cosa state cercando?». «Stiamo tentando di ritrovare una busta che conteneva del denaro». «E quanti soldi conteneva la busta?». «Circa mille euro», rispose l’uomo con furbizia. «Ecco la busta», disse Luciano con ingenuità e senza riflettere su quanto detto dall’uomo. L’uomo, avuta la busta, controllò i soldi e con arroganza disse: «Come ho detto, questa busta conteneva circa mille euro. Invece ce ne sono solo seicentocinquanta». Luciano, rivolto verso la madre, protestò subito la sua innocenza, ma l’uomo insisteva così tanto che stava per nascere un vero e proprio tafferuglio. In quel momento si trovò a passare una pattuglia dei carabinieri che, sentito di che si trattava, portarono i quattro in caserma. Il maresciallo prima contò i soldi che conteneva la busta e poi chiese all’uomo: «Quanti soldi dite che vi erano in questa busta?». «Vi erano quasi mille euro». Il maresciallo: «Hai visto questo ragazzo raccogliere la busta, oppure è stato lui che ti ha detto di averla trovata?». «Non l’ho visto, e non sapevo che l’avesse trovata. È lui che me lo ha detto». Dovette convenire il furbacchione. «Se il ragazzo avesse voluto appropriarsi del tuo denaro, perché non lo avrebbe tenuto tutto per sé? Se non fosse venuto da te spontaneamente, tu non avresti potuto reclamare nulla. Io, non vedo inganno in questo ragazzo. Pertanto, se la busta che tu hai perduto conteneva quasi mille euro e questa ne contiene solo seicentocinquanta, bisogna concludere che questa che ha trovato il ragazzo non è la tua. Deve essere stato un altro a perderla». L’uomo, allora, si affrettò a dichiarare che si sarebbe accontentato anche solo di quei seicentocinquanta euro. «Ti ripeto, ribatté il maresciallo, questo denaro non può essere tuo. Pertanto, lo aggiudico al ragazzo, e a te auguro di ritrovare i tuoi mille euro».
«Un bugiardo si prende più velocemente di uno zoppo», recita un detto popolare. Così è accaduto a questo birbone. Certo, in giro vi sono tanti imbroglioni come lui che approfittano e abusano della sincerità e della bontà degli altri, ma vi sono anche tante persone oneste e sincere, come in questo caso Luciano e la sua mamma. Spesso abbiamo letto o ascoltato interviste dove si afferma che l’aspetto più apprezzato di una persona è la sincerità. Questo, perché la sincerità è un valore sociale che rende possibile la convivenza. È bello essere circondati da tali persone. Da queste si irradia una benedizione per tutto l’ambiente che le circonda. È come un fiore che spande il suo profumo intorno a sé. Nella Bibbia troviamo scritto: «La bocca del giusto è una fonte di vita» (Pr 10:11). Tali persone, non solo recano agli altri la voglia di vivere, ma li incoraggia anche a vivere in modo sereno e giusto. Cerchiamo, quindi, di creare relazioni improntate alla sincerità e onestà, perché queste virtù attesteranno anche il nostro desiderio di vivere in futuro con Gesù e con tutti coloro nella cui «bocca non è mai stata trovata menzogna» (Ap 14:5).

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Autore dell'articolo: Stefania Tramutola