Uno strano mattone

Giovanni Negro – “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Mt 24:35)

Diversi anni fa, precisamente il 10 maggio del 1961, un violento incendio devastò la città di Glaris, in Svizzera: 490 case furono inghiottite dal fuoco. I cittadini decisero subito di ricostruire le loro case. In uno dei numerosi cantieri che si aprirono in città lavorava Walter, un giovane muratore venuto dal Nord Italia, che fu incaricato di esaminare lo stato di un muro lesionato. Cominciò a battere con un martello quando si staccarono uno strano mattone con un pezzo di intonaco, lasciando intravedere un libro, un grosso volume che era stato murato lì. Walter, incuriosito, lo estrasse con estrema cura e, sfogliandolo, si accorse che era una Bibbia. Il giovane muratore non aveva mai avuto molto interesse per le questioni religiose, ma, durante la pausa del pranzo, cominciò a leggere quel libro. Continuò la sera, a casa, e poi per tante altre sere. A poco a poco, scoprì le parole che Dio aveva indirizzato agli uomini e lentamente la sua vita cambiò. Due anni dopo, l’impresa per cui Walter lavorava si trasferì a Milano. Il cantiere era molto vasto e gli operai condividevano le camere. Una sera, l’anziano compagno di stanza di Walter si fermò incuriosito a osservare il giovane che leggeva con aria assorta e tranquilla la sua Bibbia. “Che cosa leggi?”, gli chiese. “La sacra Bibbia”, rispose Walter. “Uff! Come fai a credere a tutte quelle scemenze? Pensa che io, diversi anni fa, ne ho murata una nella parete di una casa in Svizzera. Sarei curioso di sapere, visto che dicono che è parola di Dio, se è riuscita a uscire di lì!”. Walter alzò la testa di scatto e, guardando negli occhi il compagno, gli disse: “E se ti facessi vedere proprio quella Bibbia?”. “Ah, la riconoscerei subito, perché l’avevo segnata in più parti”. Walter si alzò in piedi e porse al compagno il grosso volume che stringeva in mano e chiese: “Sapresti riconoscere ancora i tuoi segni?”. Il compagno prese in mano il libro, aprì alcune pagine e rimase turbato, in silenzio. Quella era proprio la Bibbia che da giovane, e con disprezzo, aveva murato in Svizzera, dicendo ai suoi compagni di lavoro: “Voglio proprio vedere se uscirà di qui sotto!”. Walter affettuosamente e con un dolce sorriso, pose la mano sulle spalle del compagno e ffermò: “Amico, come vedi, essa è tornata da te”.
Certo, tanti sono stati coloro che negli anni hanno tentato di distruggere la Bibbia. Incominciando dai capi religiosi i quali furono rimproverati da Gesù perché avevano cercato di annullarla con le loro tradizioni (Mc 7:13). L’imperatore Diocleziano, era convinto di essere riuscito a eliminare tutte le copie della Bibbia allora esistenti. Il filosofo francese Voltaire, predisse che in un solo secolo la Bibbia sarebbe stata sconosciuta e ridotta a una semplice leggenda. Ma la Bibbia ha sempre resistito a tutti gli attacchi, anzi, ne è sempre uscita più forte. Infatti, quando Giovanni Gutenberg inventò la stampa, nel 1456, il primo libro a essere stampato fu proprio la Bibbia. Sì, “la parola di Dio… dura in eterno” (1 Pt 1:23). Il Signore ha protetto così tanto la sua Parola perché ci ama, perché essa è “la luce degli uomini” (Gv 1:4). “Una luce sul nostro sentiero” (Sal 119:105).Essa “vivifica le facoltà fisiche, mentali e spirituali e guida la nostra vita nella giusta direzione” (Sulle orme del Gran Medico, pag.248). E poi, soffermandoci e studiando le promesse del Signore siamo incoraggiati e consolati. Accogliamo questo libro come un dono di vita, un compagno di strada che conosce la giusta direzione. “Beato chi la legge…e beati coloro che conservano le cose che sono scritte in essa” (Ap 1:3). (Ad. da “Nuove storie” di B. Ferrero – Elle Di Ci)

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Autore dell'articolo: Stefania Tramutola