11 – Sabato 15 marzo

Il test di Joshua

SIERRA LEONE

Joshua vive a Freetown, la capitale della Sierra Leone. Come tutti i bambini che vanno a scuola, anche Joshua deve sostenere diversi esami. Ma alcuni test non hanno bisogno di carta e penna, perché sono prove di fede.

Classi affollate
Il governo della Sierra Leone non ha molti soldi per costruire nuove scuole, per cui le aule sono sempre molto affollate. Per rimediare al problema, in molte scuole le lezioni si tengono in due turni, con alcuni studenti che frequentano le classi di mattina e altri nel pomeriggio. Le scuole spesso funzionano sei giorni a settimana, e qui sorge un problema per i bambini avventisti. Al primo sorgere del problema, il padre di Joshua spiegò al rappresentante di classe che gli avventisti osservano il sabato biblico e chiese per Joshua il permesso di saltare le lezioni di sabato. Il rappresentante di classe acconsentì, ma avvertì il padre che di lì a poco ci sarebbero stati gli esami statali e che qualche compito poteva cadere di sabato.
Alla fine di un ciclo scolastico, gli studenti devono sostenere un esame statale e per prepararli ad affrontare meglio la prova, si fanno sostenere degli esami «finti». Sebbene questi esami non incidano sul voto, sono però importanti e se gli studenti non li sostengono, devono ripetere l’intero anno scolastico.
Quando l’esame «finto» fu messo in calendario, Joshua si accorse che cadeva di sabato e lo venne a sapere solo tre giorni prima. Tornò a casa correndo per avvertire i genitori del calendario degli esami.
La famiglia chiese subito al preside di far sostenere l’esame a Joshua in un altro giorno, e gli presentò alcuni opuscoli che spiegavano la questione del sabato. Il preside li lesse e fu sorpreso nell’apprendere che nella Bibbia il giorno di riposo è il sabato e non la domenica. Diede a Joshua il permesso di sostenere gli esami in un giorno diverso.
Esami tutto il giorno
Il giorno dopo il preside disse a Joshua che poteva sostenere gli esami il lunedì.
Il lunedì il maestro mise Joshua in un’aula vuota e gli consegnò il primo test. «Tornerò tra 30 minuti per darti il secondo foglio». Chiuse quindi la porta e lasciò Joshua da solo a completare il test. Salvo alcuni momenti di ricreazione, Joshua lavorò tutto il giorno e quando ebbe finito, il maestro borbottò: «La prossima volta fai gli esami insieme a tutti gli altri».
Joshua gli chiese: «Cerchi di mettersi nei miei panni: se mettessero un esame di domenica, lei verrebbe a lavorare?». Il maestro gli rispose di no. «È lo stesso per me: se gli esami sono di sabato, io non vengo».
Nel pomeriggio Joshua tornò a casa stanco ma soddisfatto perché sapeva di aver risposto bene a tutte le domande.
Una prova di fede
La scuola ha programmato altre lezioni speciali, sempre di sabato, per aiutare gli studenti a superare l’esame statale e il preside ha avvertito Joshua che, se le salterà tutte, il suo esame finale andrà male. E se la scuola ritiene che la sua preparazione sia insufficiente, potrà anche rifiutare di fargli sostenere l’esame statale!
Joshua ha preso la decisione di impegnarsi al massimo; lo ha detto al maestro e ha deciso anche di pregare in modo speciale perché l’esame statale non cada di sabato.
Ai suoi compagni di classe che gli chiedono perché non va a scuola di sabato, lui risponde invitandoli in chiesa per costatarne il motivo di persona. Alcuni dei suoi compagni hanno accettato l’invito e quattro di loro stanno frequentando il club degli Esploratori.
Joshua sollecita tutti i bambini a studiare molto, a essere onesti a scuola e a sostenere con fermezza quello che ritengono sia giusto. Dio aprirà per loro una strada. Coloro che rimangono fermi nella fede, sono come tante candele che, accese, illuminano la notte e riflettono tutt’intorno l’amore di Dio.
Joshua e molti ragazzini avventisti vivono grandi difficoltà frequentando una scuola pubblica; le offerte di questo trimestre contribuiranno a costruire delle scuole avventiste, in modo che i bambini possano svolgere con serenità il loro percorso scolastico. Tutti noi possiamo aiutarli condividendo quello che abbiamo, per offrire ad altri la possibilità di conoscere l’amore di Dio.

  • La chiesa avventista nell’Africa centro-occidentale sta crescendo in parte grazie ai bambini che frequentano la scuola avventista. Molti non provengono da famiglie avventiste, per cui la scuola è come un campo missionario.
  • Là dove non ci sono scuole avventiste, i bambini avventisti devono frequentare le scuole pubbliche e affrontare vari problemi e anche persecuzioni per via del sabato.
  • Questo trimestre, parte delle offerte contribuirà alla costruzione di due scuole elementari: una nel Benin e l’altra in Senegal. Inoltre, si acquisteranno libri nelle lingue locali da dare ai bambini che frequenteranno queste scuole.
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Autore dell'articolo: Stefania Tramutola