02 – Sabato 11 gennaio

Un viaggio pericoloso

BENIN

Yefunde prende la mano della sorella e s’incammina con lei sul sentiero polveroso che porta alla strada principale. Ai bordi della strada intensamente trafficata vi sono altri bambini che attendono e che formano una fila silenziosa per raggiungere la scuola, che si trova a circa un miglio di distanza; non possono parlare perché il rumore assordante della strada copre le loro voci. Yefunde e la sua famiglia vivono nel Benin. I genitori coltivano un orticello sufficiente a sfamare l’intera famiglia: patate dolci, noccioline e altro ancora. Sono felici che i loro figli possano frequentare una scuola che li aiuterà a trovare un lavoro in futuro.

I bambini fanno molta attenzione lungo questa strada, una delle più trafficate dell’intero paese. Le macchine e le moto sfrecciano superando i veicoli più lenti, quali i camion carichi di balle di cotone ricoperte da teloni, che passano accanto alla colonna di bambini, lasciando dietro di sé una nuvola di polvere. I bambini girano la testa dall’altra parte per proteggersi gli occhi dalla polvere e fanno attenzione a non mettere i piedi in fallo: potrebbero scivolare nel profondo fossato che costeggia la strada.
Camminano coraggiosamente ma poi, all’avvicinarsi della scuola, lasciano la strada principale e corrono, felici di essere arrivati sani e salvi davanti all’edificio. Si scuotono di dosso la polvere prima che le lezioni comincino. A distanza, una sirena suona; i bambini rabbrividiscono perché spesso queste sirene annunciano un incidente avvenuto sulla strada principale.
Al suono della campanella, i bambini si precipitano a trovare un banco libero. Le classi sono sovraffollate: la scuola statale è l’unica nel raggio di molti chilometri.
Nel pomeriggio i bambini escono da scuola e ripercorrono la stessa strada al contrario, schivando macchine, moto e camion. Arrivate davanti a casa, Yefunde e sua sorella salutano le altre compagne di scuola, si tolgono l’uniforme scolastica, indossano gli abiti da lavoro e corrono verso i campi per aiutare la mamma che sta lavorando. La mamma affida a Yefunde il fratellino perché giochi con lui. Libera dal bambino che trasporta sulle spalle, la mamma può finire più agevolmente il suo lavoro per poi tornare a casa a cucinare.
La grande notizia
Papà rientra dai campi e si lava le mani e il viso. Ha l’aria stanca ma sorridente. «Quando questa mattina ho sentito suonare le sirene, sono stato in pena per voi» spiega.
«Papà, non ti preoccupare, noi stiamo bene e sulla strada facciamo molta attenzione».
A tavola, il papà annuncia che il suo capo ha deciso di invitare i cristiani avventisti a costruire una nuova scuola sul suo terreno.
«Ma è meraviglioso» commenta la mamma. «Allora fra poco i nostri figli non dovranno più percorrere quella strada per andare a scuola!».
«Sarà una grande scuola» continua il padre con entusiasmo. «Ci sarà l’elettricità e la sera potremo tenere delle riunioni».
Tutta la comunità si attiva per sveltire i lavori; si segnano i confini del campus e si scavano lunghe trincee per le fondamenta. A mano a mano che il lavoro di costruzione procede, la gente del luogo parla di quei cristiani che stanno costruendo la nuova scuola.
«Sono brava gente» dice un uomo. «Quando il mio bambino si è ammalato, i membri della comunità hanno pregato per lui». Un altro aggiunge il suo punto di vista. Pochi nel villaggio sono cristiani, ma rispettano i membri che frequentano la piccola chiesa avventista e sono felici che abbiano scelto il loro villaggio per costruirvi la prima scuola avventista del Benin. Le nostre offerte aiuteranno la scuola avventista che sarà frequentata da Yefunde e da tanti altri bambini.

  • Quando un bambino frequenta una scuola, tutta la famiglia ne beneficia. I bambini spesso insegnano ai genitori quello che imparano a scuola e se imparano ad amare Gesù, tutta la famiglia lo conoscerà.
  • Parte delle offerte di questo tredicesimo sabato contribuirà alla costruzione di una scuola nel cuore del Benin, un piccolo paese.
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Autore dell'articolo: Stefania Tramutola